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La Signora Moratti continua pervicacemente a far danni nell’Università

Il Decreto sulla revisione delle classi di laurea

28/02/2006
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Non paga del progetto di andare a far danni a Milano, la Moratti continua a danneggiare l’Università italiana anche in quest’ultimo scorcio di legislatura, pur consapevole che i suoi provvedimenti dovranno essere cancellati in caso di alternanza al Governo. E’ stato approvato al Senato ed è ora all’esame della Camera il provvedimento sulla revisione delle classi dei corsi di laurea, che ridefinisce anche i criteri per l’attribuzione dei crediti, il numero massimo di esami sostenibili ogni anno, ecc.

Come al solito, le opinioni espresse da tutti gli attori interessati al provvedimento, a cominciare dalla Crui, per arrivare al C.U.N., e agli studenti (per non parlare dei sindacati, ovviamente) sono state serenamente ignorate, come se non dovessero poi essere le Università in tutte le loro componenti ad applicare questo pastrocchio. Intanto il provvedimento presenta profili di illegittimità perché privo dei pareri obbligatori degli organi consultivi. Nella sua furia controriformatrice la Ministra prescrive di applicare fin dall’anno accademico 2006-2007 i nuovi criteri, con la conseguenza di introdurre un terzo regime dei corsi di laurea negli Atenei che già ne gestiscono due, con il correlato aumento del disordine informativo e didattico, nonchè del disagio per gli studenti. Gli Atenei stanno definendo ora i loro piani di offerta formativa per l’anno venturo, e, a pianificazione avvenuta, dovrebbero rimodulare i Regolamenti didattici per adeguarli ai nuovi criteri.

Si può poi immaginare di liquidare la necessaria riflessione critica sul modello 3-2, sulla sua applicazione e opportune correzioni, riflessione che andrebbe svolta in modo ampio in tutta la comunità accademica, con un decreto di fine legislatura scritto nelle stanze chiuse del Ministero? Vengono inoltre irrigiditi i criteri per l’attribuzione e la distribuzione dei crediti, e il rapporto tra attività di base e caratterizzanti, con ciò producendo una nuova lesione dell’autonomia degli Atenei sul fronte dell’offerta formativa.

Ma non è finita qui: la prossima settimana va in discussione in VII Commissione il decreto sulle “procedure per il conseguimento dell’idoneità scientifica nazionale ai fini del reclutamento dei professori universitari”, appendice e degno coronamento della cosiddetta riforma dello stato giuridico. Con questo (speriamo) ultimo atto si conclude la carriera ministeriale della signora Moratti: un bilancio di macerie che andranno pazientemente spalate via, nell’auspicio che l’Università italiana abbia la forza di reagire e ricostruire ciò che questi anni hanno demolito.

Roma, 28 febbraio 2006