Il dibattito sulla stesura del DPR su programmazione, sviluppo e reclutamento va avanti da più di un anno e la FLC Cgil ha espresso nelle diverse occasioni le proprie posizioni critiche sull’argomento. Così è stato lo scorso 31 marzo in occasione dell’incontro tra il Sottosegretario on. le Dalla Chiesa, il Direttore Generale dott. Civello e le Organizzazioni Sindacali rappresentative del comparto AFAM.

Un precedente incontro si era svolto il 19 marzo e i sindacati presenti, pur con argomentazioni differenti, avevano confermato il loro parere negativo nei confronti del DPR conosciuto. La FLC Cgil, in particolare, aveva ribadito la propria contrarietà a che il DPR, con quella formulazione, iniziasse l’iter per l’approvazione. Questa era stata anche la richiesta del segretario generale della FLC Cgil, Enrico Panini, nella lettera inviata al Ministro Mussi.

L’esigenza di una riscrittura completa del testo, così come esplicitato anche nel parere espresso dal CNAM, è stata ulteriormente ribadita nella lettera inviata il 27 marzo al Sottosegretario del MIUR, on. le Nando Dalla Chiesa e al Direttore Generale del MIUR.

Ma veniamo all’ultimo incontro del 31 marzo. Pur apprezzando il fatto che alcune osservazioni sono state assunte, confermiamo la nostra contrarietà a che quel testo sia licenziato e intraprenda la strada per la validazione.

Dopo nove anni dall’approvazione della Legge 508 e dopo il tanto lavoro di elaborazione, sperimentazione e approfondimento, riteniamo che il profilo che si intende disegnare per l’intero sistema debba essere di alto livello, che lo sviluppo sia coerentemente definito e che il reclutamento della docenza debba essere di totale analogia a quello universitario.

Se così non è, lo spirito della Legge 508 viene stravolto; non è credibile sostenere che, a riforma compiuta, l’AFAM sarà un sistema parallelo e di pari dignità e livello con l’università, come è già avvenuto nel resto d’Europa e come stabilisce l’art. 33 della nostra Costituzione.

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Il 28 marzo 2008 è stata presentata a Roma la proposta programmatica definita a partire da una prima riflessione sullo stato di attuazione della politica sulla conoscenza.
Il nostro Paese ha bisogno di più conoscenza per poter attuare uno sviluppo basato sulla qualità, l’unico possibile.

Sulla base di tale convinzione la FLC, insieme con la CGIL, ha deciso di rileggere il Programma sulla conoscenza preparato tre anni fa per verificarne il livello di attuazione e per rilanciare le priorità da porre all’attenzione di quanti si candidano per il governo dell’Italia.

La situazione economica, insieme allo stato delle istituzioni ed alla condizione di vita dei cittadini, ci inducono a ripetere con forza che il livello di conoscenza presente nel Paese, il rilievo che verrà dato all’istruzione, alla formazione ed alla ricerca saranno l’elemento che potrà fare la differenza e permettere ai cittadini italiani un vero passo avanti nelle loro condizioni di vita, nel livello di democrazia e nello stesso grado di libertà.

Per questi motivi la FLC e il Dipartimento Formazione e Ricerca della CGIL hanno organizzato il 28 marzo a Roma una iniziativa di presentazione della loro Proposta programmatica sulla conoscenza a cui hanno partecipato esperti e lavoratrici e lavoratori in grado di approfondire le diverse tematiche, anche in base alle loro esperienze.

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Con il decreto 20 marzo 2008 prot. n. GAB/2020 il Ministro dell'Università e della Ricerca ha dato facoltà alla Direzione generale dell'AFAM di autorizzare i Conservatori e gli Istituti Musicali pareggiati ad accogliere le domande di partecipazione ai corsi biennali di II livello anche in deroga al limite numerico di quindici unità che il DM 137/2007, art. 3, comma 3 indicava come tetto massimo consentito per le iscrizioni in esubero.

Il provvedimento, se da un lato risolve positivamente il problema delle iscrizioni in eccesso, che in termini complessivi risultavano peraltro assai contenute, dall'altro registra una netta chiusura sulla questione del diploma di istruzione secondaria di II grado, il cui possesso all'atto della domanda è ribadito come requisito inderogabile per l'ammissione ai corsi: proprio a tale riguardo il decreto contiene una esplicita sottolineatura.

Per incomprensibili irrigidimenti e inspiegabili inerzie, si impedisce di partecipare agli attuali corsi agli aspiranti non ancora in possesso del diploma di scuola secondaria di II grado ma impegnati a conseguirlo entro la data di conclusione dei corsi stessi.
Riteniamo che il MPI debba, coerentemente alla nota 21590 del 12 novembre 2007, individuare soluzioni che permettano a tali aspiranti di accedere ad un diritto comunque maturato.

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il D.Lgs su Salute e sicurezza nel lavoro, che sarà presto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Si tratta di una svolta per combattere la piaga degli infortuni e delle morti bianche, frutto di un lungo dibattito, che segna un significativo passo in avanti sulla strada della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nel “Testo Unico salute e sicurezza sul lavoro” sono comprese tutte le norme già presenti nel D.Lgs 626, oltre ovviamente una serie di altre misure che già esistono in materia di cantieri, vibrazioni, segnaletica, rumore, amianto, piombo.

Il Testo Unico contiene una serie di rilevanti novità che possono determinare una svolta positiva per la realizzazione effettiva di un sistema di prevenzione nei luoghi di lavoro efficace, efficiente, condiviso e partecipato.

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CGIL, CISL e UIL hanno chiesto un incontro al Ministro Nicolais su un aspetto specifico della circolare n. 3 del 19 marzo u.s. emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica.

I sindacati confederali, pur apprezzandone il significato e la portata, ritengono che le linee guida emanate con la suddetta circolare dal Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione rischiano di favorire il ricorso al lavoro somministrato. Un fatto, questo, che avrebbe evidenti ricadute sul piano della qualità, dei diritti del lavoro e del servizio pubblico.

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Chi lavora a tempo determinato ha gli stessi diritti di chi ha un lavoro a tempo indeterminato e a parità di lavoro corrisponde parità di trattamento.
Sembra un principio elementare, ma non è sempre così. Il caso eclatante riguarda il riconoscimento delle anzianità.

Si è in proposito pronunciata la Corte europea di giustizia sul caso di una lavoratrice spagnola.

In Italia la FLC ha lanciato una vertenza sindacale nazionale per affermare il principio della parità di trattamento.
Un principio di civiltà che peserà su tutti i tavoli contrattuali.

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La finanziaria 2008 introduce nuove norme più favorevoli sulle adozioni e affidamenti, modificando e integrando il T.U. sulla maternità/paternità Decreto Dl.vo n. 151/2001.

Dal 1 gennaio 2008 il trattamento spettante in materia di congedo di maternità e congedi parentali ai genitori adottivi o affidatari è stato equiparato a quello dei genitori naturali a prescindere dall’età del bambino adottato o affidato.

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In occasione della prossima consultazione elettorale del 13 e 14 aprile riproponiamo le norme sui permessi sia per esercitare il diritto di voto sia per i lavoratori impegnati nelle operazioni elettorali nei seggi.

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