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Pandemia: cosa succede dopo il 30 aprile all'ISTAT

Resoconto degli incontri del 21 e 22 aprile 2021

23/04/2021
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Mercoledì 21 si è svolto un incontro del comitato romano, giovedì 22 si è invece tenuta una riunione del comitato nazionale di monitoraggio e verifica delle misure di sicurezza anti-covid dell’Istat. Entrambi gli incontri erano stati sollecitati dalla FLC CGIL.

Durante queste riunioni si è parlato di come affrontare le prossime settimane e mesi all’Istat, in relazione ai più recenti provvedimenti governativi (il “Dl Riaperture”), ai protocolli siglati il 6 aprile dalle confederazioni sindacali, dalle associazioni delle imprese e dal governo, nonché all’evolversi della situazione.

Come è chiaro da varie settimane, in particolare dopo la firma dei protocolli del 6 aprile, la situazione emergenziale sarà prorogata fino al 31 luglio 2021. Almeno fino a quella data quindi rimarranno in vigore tutte le norme straordinarie che consentono il “lavoro a distanza” emergenziale: perciò come è stato ribadito dal Direttore generale nel corso dei vari incontri non cambierà nulla nel modo in cui l’Istat ha interpretato le norme negli ultimi mesi, e si predisporrà quindi un verbale d’intesa, che prorogherà le attuali misure fino al 31 luglio o oltre (se così fosse disposto dal Decreto Legge emanato ieri, del quale ad oggi non è stato fornito un testo). 

Le comunicazioni fantasiose di alcuni dirigenti al personale rispetto ai piani di rientro di maggio non sono quindi da prendere in considerazione: le norme rimangono quelle degli ultimi mesi. Il direttore generale ha peraltro comunicato di averlo ribadito nella riunione con i direttori che si è svolta nella mattinata di giovedì 22 aprile. 

Si rientrerà quindi - come negli scorsi mesi - in presenza a rotazione, tenendo conto della disponibilità, se non si è stati identificati come “codice rosso” dal medico competente, potendo chiedere di lavorare integralmente a distanza se si utilizzano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro, si hanno figli minori di 14 anni o  familiari da assistere. 

Continuano inoltre a valere, come confermato dal medico competente, tutte le misure contenute nel documentoMisure di prevenzione obbligatorie per limitare  i rischi da nuovo coronavirus per  le sedi Istat di Roma”, che si estende e applica anche alle sedi territoriali.

A partire dai contenuti del protocollo firmato il 6 aprile abbiamo proposto alcuni miglioramenti.

  • l’introduzione di mascherine con un fattore maggiore di protezione (FFP2 o FFP3), almeno per alcuni casi nei quali sia previsto un minore distanziamento, con un intervento anche presso le ditte esterne, soprattutto quelle le cui mansioni implicano il movimento interno alle sedi (pulizie, facchinaggio, manutenzione) (pag. 7 del Protocollo)

  • la riattivazione della formazione a distanza, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza, anche con l’obiettivo di rafforzare le squadre aziendali  (pag. 14 del Protocollo)

  • la ripresa delle attività di visite periodiche del medico competente (pag. 15 del Protocollo)

  • la produzione di un’informativa specifica sulla privacy in relazione all’installazione degli apparecchi termoscanner (cfr. nota 1 a pag. 7 del Protocollo)

  • l’aggiornamento della procedura per il rientro dei lavoratori positivi al Covid e poi negativizzati (pag. 8 del Protocollo e Circolare del Ministero della salute del 12 aprile)

Su tutte queste proposte, l’amministrazione ha risposto di valutare l’introduzione di modifiche nel documento contenente le misure di prevenzione, e - per quanto riguarda la questione della privacy legata all’introduzione dei termoscanner - l’intenzione di pubblicare un’informativa “atecnica” sulla Intranet. E’ stato comunque precisato dal direttore generale che i termoscanner installati non salvano nessun dato personale (né la temperatura corporea né tantomeno l’immagine del volto). Nonostante ciò riteniamo necessaria un’informativa ufficiale al personale, al di là della cartellonistica esplicativa collocata nei pressi delle apparecchiature. La DCAP si è incaricata di effettuare una ricognizione rapida su tutte le sedi, comprese quelle territoriali, dove sia stato installato un termoscanner.

Per quanto riguarda i DPI (e quindi i tipi di “mascherina”) il direttore DCAP Sorrentino ha assicurato che gli elementi suggeriti saranno recepiti e proposti alle ditte esterne.

In seguito agli aggiornamenti delle misure l’amministrazione varerà una “campagna informativa” (come peraltro previsto dal Protocollo nazionale) per risensibilizzare tutti sull’importanza del rispetto delle regole. Il documento contenente le misure di prevenzione, attualmente distribuito al personale che rientra in presenza anche più volte, non sarà più distribuito in forma cartacea, come richiesto dalla FLC CGIL.

Per quanto riguarda il secondo protocollo firmato il 6 aprile, ovvero quello destinato a introdurre dei punti vaccinali in azienda, il direttore generale e il medico competente hanno espresso la volontà di seguire attentamente le evoluzioni, anche se al momento non esiste la possibilità di vaccinazione al di fuori del criterio anagrafico, e quindi questa parte del piano vaccinale partirà solo quando e se saranno disponibili dosi vaccinali in maggiore quantità, presumibilmente non prima di giugno-luglio. Al momento, l’Istat dovrebbe solamente mettere a disposizione i propri locali, mentre la gestione spetterebbe al personale fornito dalla Regione e i lavoratori dell’Istat non acquisirebbero alcuna priorità nella vaccinazione. Abbiamo fatto notare, che oltre agli enti vigilati dal MUR, anche altri enti di ricerca hanno proceduto a formare elenchi del personale, in vista di un ipotetico piano vaccinale destinato ai lavoratori della ricerca o della pubblica amministrazione. Il medico competente ha assicurato che effettuerà uno screening per raccogliere una lista del personale Istat che ha già avuto l’opportunità di vaccinarsi, anche in relazione al green pass di cui si parla negli ultimi provvedimenti governativi.

Abbiamo comunque chiesto se ci fosse la possibilità di effettuare tamponi presso l’Istat o in convenzione con una struttura pubblica o privata, su base volontaria, come misura ulteriore di sicurezza.

La DCAP ha studiato la possibilità di attivare una convenzione specifica, consentendo 2 o 3 volte al mese, nelle sedi di via Balbo e via Tuscolana, ai lavoratori che lo desiderino, di effettuare un tampone rapido di ultima generazione (“quantitativo”) con costo a carico dell’Istat (nonché un tampone molecolare in caso di positività a quello rapido). Questa proposta non è stata ancora finalizzata.

Abbiamo proposto di consentire un “comodato d’uso” in questa fase di strumentazione attualmente inutilizzata e giacente in magazzino (schermi per PC, sedie ergonomiche, ecc.). Pur ponendo il problema dei costi di consegna (sollevato dal collegio dei revisori), l’amministrazione ha dichiarato il proprio interesse, nonché la possibilità di consentire al personale l’acquisto di strumentazione dismessa a prezzi fortemente “scontati”.

A proposito della incresciosa situazione creata dai lavori al piano terra di via Balbo 16, prontamente denunciata martedì 20 aprile dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza della FLC CGIL, riscontriamo che il giorno successivo la situazione era ancora totalmente caotica, e solo giovedì era presente la corretta cartellonistica con l’indicazione dei percorsi in sicurezza, anche in relazione alle vie di fuga in caso di incendio.

A viale Liegi stanno per terminare i lavori e quindi potrà essere utilizzato per uffici il primo piano, mentre il piano terra dovrebbe essere ripristinato la settimana prossima. Sono partiti i lavori anche al piano -1 (garage).

Le presenze nelle sedi romane oscillano, secondo i dati riportati dal direttore generale, tra una media settimanale di poco inferiore alle 300 unità in zona “gialla” o “arancione” a 140-150 in zona “rossa” (come nelle ultime due settimane di marzo e in quella a cavallo tra marzo ed aprile).

È stata sottolineata nuovamente, dalla RSU e dalle organizzazioni sindacali, la situazione drammatica delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi di mensa e bar di Roma. Venerdì 23 aprile l’amministrazione incontrerà la ditta incaricata (SIARC) proponendo la riapertura dalla prossima settimana della mensa/bar di via Balbo 16 (nel frattempo sono finiti i lavori di messa a norma dell’areazione). L’amministrazione, su sollecitazione delle rappresentanze dei lavoratori, solleciterà inoltre la soluzione dei problemi tra la società e l’INPS, che attualmente ha riconosciuto gli ammortizzatori sociali solo fino a metà settembre 2020! Il direttore ha dato comunque disponibilità anche ad un incontro con il personale del servizio bar/mense.

Per quanto riguarda il servizio di pulizia e facchinaggio si è proceduto al cambio di ditta (la nuova è la Romeo SPA): secondo l’amministrazione il passaggio è avvenuto con efficienza: è stata quindi ribadita l’importanza dei livelli di qualità, anche in relazione alla qualità degli ambienti nell’attuale permanente situazione di emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda la sede della Calabria, si è svolto un incontro tra l’Istat e la provincia di Catanzaro, proprietaria dell’immobile che è stato proposto come possibile sede territoriale. Entro i primi giorni di maggio è attesa da parte della provincia la certificazione che attesta la sicurezza della sede. Si è inoltre svolto un ulteriore incontro tra l’Istat e l’Agenzia del demanio, per valutare gli scenari in caso di mancata presentazione della documentazione da parte della provincia. Si dovrà, in quel caso, procedere a una nuova ricognizione e - nel frattempo - si è valutata la fornitura provvisoria da parte del Demanio di una sede più piccola per consentire una pur minima attività in presenza.

A valle della lettura del testo del DL “Riaperture” (le slide e il comunicato stampa del governo) saranno convocate le organizzazioni sindacali per concordare un nuovo verbale d’intesa, che presumibilmente si limiterà a prorogare le attuali misure che “regolano” il lavoro a distanza emergenziale, perlomeno fino al 31 luglio.

Per quanto riguarda la situazione del lavoro agile “ordinario” post-emergenziale, è stata inviata una prima bozza di regolamento al CUG e all’organismo paritetico per l’innovazione. Abbiamo chiesto un incontro con le organizzazioni sindacali, per esaminare le criticità presenti nella bozza (tra le quali l’esclusione dei turnisti, la gestione delle postazioni condivise, la scarsa flessibilità tra un “profilo” e l’altro) e pervenire a un protocollo d’intesa, come previsto dallo stesso POLA e dal verbale di intesa firmato a gennaio. Il direttore generale ha assicurato che ci sono i tempi per procedere a un confronto e a una contrattazione sulle varie questioni, come previsto.
 

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