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ISTAT: quarto incontro del comitato nazionale di monitoraggio

Il lavoro a distanza è attualmente quasi al 90%

13/11/2020
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Si è svolta venerdì 13 novembre la quarta riunione del comitato nazionale di monitoraggio dell’emergenza Covid-19 dell’Istat.

Abbiamo innanzitutto chiesto i dati delle presenze in ufficio del personale nelle singole sedi per valutare la situazione.

Il direttore generale ha fornito alcuni dati relativi alle sole sedi romane.

Da una situazione di circa 350 persone presenti in ufficio nella prima settimana di ottobre, già nell’ultima settimana di ottobre si era vicini a 300 (294 in media), per diminuire ancora nella prima settimana di novembre. La scorsa settimana le presenze medie sono state 238, i dati parziali di questa settimana registrano un ulteriore decremento, con una media di presenze sotto le 200 unità giornaliere. Sono gli effetti del verbale di confronto del 21 ottobre e della successiva delibera del 28 ottobre.

Abbiamo proposto quindi di valutare la chiusura, anche parziale (per alcuni giorni a settimana, come avviene ormai in molti uffici territoriali) delle sedi con minore affluenza, anche individuando una soglia sotto la quale prevederlo. Le sedi con minori presenze sono quella di viale Liegi (intorno alle 10 presenze quotidiane), Marconi e Balbo 39 (circa 20). Il direttore generale ha risposto che si valuteranno eventuali chiusure nel prossimo incontro, con i dati aggiornati. La sede di viale Liegi, che attualmente appare quella meno frequentata, con l’apertura del III piano potrebbe registrare un incremento di presenze.

Abbiamo proposto di rivedere il criterio ostativo relativo ai figli, portando a 16 anni l’età sotto la quale si ha diritto a svolgere l’attività lavorativa a distanza, in collegamento con quanto disposto dalle ultime norme (come l’art. 22 del cosiddetto “Decreto Ristori”).

Per quanto riguarda le zone definite dal governo (gialle, arancioni e rosse) abbiamo chiesto non solo di prevedere un automatismo, collocando tutto il personale dell’Istat in lavoro agile nelle zone “rosse” (come è già accaduto per gli uffici territoriali di Piemonte, Lombardia e Calabria e come accadrà da lunedì in Toscana e Campania), ma anche di graduare le misure già esistenti, rafforzandole, ad esempio diminuendo le giornate di presenza dei “volontari”, nelle zone arancioni. La dottoressa Buratta ha assicurato che già ora l’indicazione data agli uffici territoriali in zona arancione è di prevedere “massima flessibilità” nella gestione dei rientri. Abbiamo ricordato di tenere conto anche delle ordinanze che sono state emesse e che saranno pubblicate eventualmente nei prossimi giorni dalle Regioni o dai Comuni. Quelle diramate giovedì dalle regioni Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Emilia Romagna non hanno implicazioni dirette sugli uffici pubblici, ma collocano queste zone in una sorta di area “giallo plus”. Per quanto riguarda gli “automatismi” da noi richiesti, la dottoressa Buratta ha colto il suggerimento e probabilmente verrà pubblicata una delibera che disponga l’applicazione delle misure già previste per le attuali “zone rosse” a tutte le sedi che si collocheranno eventualmente nei prossimi giorni come regioni ad alto rischio.

Per quanto riguarda i buoni pasto, tutti i membri del comitato di parte sindacale hanno chiesto di tornare al confronto sulla base delle osservazioni dei revisori, ad oggi non note. La stessa Funzione Pubblica con il Decreto del 19 ottobre ha riaffermato che il lavoro a distanza è “modalità ordinaria” di lavoro: ci sono tutti i presupposti per aggiornare il verbale di confronto che aveva consentito l’erogazione dei buoni pasto in caso di codice 602 fino al 31 luglio. Il direttore generale si è detto disponibile al confronto, pur senza fornire una data.

Abbiamo sollevato il problema dell’impossibilità allo stato attuale di registrare orario di lavoro a credito o straordinario in codice 602, che - visto il prolungarsi dell’emergenza - sta creando diversi problemi ad alcune attività. Abbiamo quindi chiesto di cercare di individuare una soluzione condivisa. Il direttore generale ha proposto di affrontare la questione in sede di contrattazione sul salario accessorio (la prossima riunione è fissata per il 20 novembre), pur premettendo che ad oggi l’orientamento normativo è contrario alla possibilità di valorizzare lo straordinario e che l’utilizzo del “timbratore virtuale” è contrario allo spirito e alla sostanza del lavoro agile.

Abbiamo chiesto aggiornamenti sulla nomina del direttore DCAP e del capo servizio LOG, vacanti entrambi. Il direttore generale ha assicurato che le procedure stanno andando avanti, che l’incarico relativo al servizio LOG dovrebbe essere assegnato a breve e che ci saranno aggiornamenti nei prossimi giorni anche per quanto riguarda la direzione. Ricordiamo che il 31 agosto si è conclusa la procedura di mobilità esterna per l’assunzione di una nuova dirigente di II fascia (che entrerà nei ruoli dell’Istat il 1° dicembre) e che il 28 ottobre si è chiuso l’interpello interno per l’incarico di direttore DCAP, al momento senza esito noto.

Abbiamo ribadito che serve chiarezza sui trasferimenti di stanza disposti in questo periodo e occorre definire una procedura per il recupero di oggetti nelle stanze di assegnazione, nel rispetto delle misure di sicurezza.

Anche per quanto riguarda la procedura di informazione al personale in caso di colleghi “positivi” al nuovo coronavirus, abbiamo chiesto ancora una volta di fare chiarezza, senza risposta.

Abbiamo chiesto se fossero garantite le massime condizioni di sicurezza per i corsi previsti a Roma e in molto uffici territoriali per le squadre di emergenza. La dottoressa Buratta ha assicurato che si sono svolte a distanza tutte le attività formative che non necessitavano la presenza fisica, che quindi è stata prevista solo per le prove pratiche (consentite peraltro dall’ultimo DPCM). In ogni caso è stata assicurata un’ulteriore verifica sulle condizioni di tutti i corsi. A quanto ci risulta in vari casi sono state disposte “classi” in presenza, anche con lavoratori di altri enti, non solamente per la parte obbligatoria delle prove pratiche.

Le prove d’esodo, che al momento hanno poco senso, potranno essere sostituite da aggiornamenti formativi virtuali. Il servizio centrale SPP potrà fornire indicazioni in mertio anche ai dirigenti delle sedi territoriali.

Per quanto riguarda la mensa di via Balbo 16 il direttore generale ha comunicato che l’Istat si sta attrezzando per iniziare quanto prima i lavori per l’adeguamento delle UTA, in modo da consentire una riapertura nella modalità bar quando possibile, come avviene a Tuscolana.

Il direttore generale ha comunicato che è in corso una prima parziale ricognizione (non ancora una vera mappatura) delle attività indifferibili, sulle sedi romane. Abbiamo chiesto di avere informativa e un’eventuale contrattazione (anche ai sensi della lettera k del comma 4 dell’art. 68 del CCNL istruzione e ricerca) prima di adottare provvedimenti in merito. Il direttore generale ha assicurato che ci sarà un’informativa preventiva e che è un’attività che potrebbe auspicabilmente non tradursi in nulla, a meno che il Lazio non dovesse diventare zona “rossa”. In caso di nuovi provvedimenti governativi restrittivi il direttore generale ha comunque annunciato che ci sarà una convocazione “immediata” delle rappresentanze sindacali. Ha anche assicurato che è imminente la convocazione del comitato paritetico sull’innovazione previsto dall’art. 9 del CCNL Istruzione e ricerca. Le biblioteche sono chiuse, sia a Roma che nelle sedi territoriali. Il laboratorio Adele sta assicurando il servizio, ma solo su appuntamento e quando non è possibile assolvere alle richieste da remoto.

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