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ENEA: il vertice vuole liquidare l’Unità Studi e Strategie!

L’autonomia dei ricercatori sembra divenuta una minaccia e un lusso per un Ente di Ricerca.

01/06/2018
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Nell’incontro del 3 maggio l’ENEA aveva evidenziato alcune modifiche in entrata e in uscita nell’Unità Studi e strategie. In particolare, veniva segnalato il trasferimento in entrata di alcune competenze connesse alla disciplina della performance (ma che c’entra Unità Studi?). Inoltre, si prefigurava la necessità di una diversa collocazione delle competenze relative alla valutazione dei processi tecnologici. Peraltro occorre segnalare che tali competenze afferiscono, diversamente da quanto illustrato sommariamente al tavolo, al servizio “Analisi e Scenari Tecnico-Economici e Prospettive Economiche per la Sostenibilità”. Questo servizio, sulla base delle declaratorie sui compiti assegnati alle diverse strutture, svolge un’attività che non può considerarsi prettamente tecnologica, come semplicisticamente affermato, piuttosto è rivolta all’analisi socioeconomica delle strategie e delle politiche energetiche, ambientali e dell’innovazione tecnologica, e come tale è da sempre collocato nell’ambito dell’Unità Studi e Strategie.

Queste modifiche prospettate nell’incontro suddetto sono solo una parte di una lunga sequenza di altre modifiche che sono state presentate - su cui ritorneremo – che non sono però di soppressione e spostamento, bensì prefigurano sdoppiamenti o moltiplicazioni delle caselle e quindi delle relative indennità. ENEA invece, come ente pubblico,  dovrebbe assicurare metodologie rigorose nell’assegnazione degli incarichi ed evitare un incremento a dismisura di caselle e indennità, con l’impossibilità inoltre,  nonostante i trattati sulla trasparenza che si fanno circolare, di avere un quadro preciso di tutte le indennità. Si conferma pertanto un incremento di spesa di circa quattro volte avvenuto negli ultimi anni.

Occorre sottolineare che l’illustrazione di queste modifiche organizzative è avvenuta, nell’incontro con le OO.SS del 3 maggio scorso, con le medesime modalità delle riunioni di carattere informativo che si sono svolte negli ultimi anni sulle problematiche organizzative. Parliamo, quindi, di mere sintesi sommarie illustrate alle OO.SS, solo per un ingombrante dovere contrattuale, sui continui interventi motivati come “manutenzione” dei processi organizzativi, ma che in realtà si sono rivelati spesso come un incremento progressivo di caselle retribuite.

Tuttavia il contratto di comparto 2016-2018, sottoscritto definitivamente il 19 aprile scorso, ha previsto proprio su sollecitazione da parte pubblica, alla luce di scandali anche recenti nelle assegnazioni di incarichi e promozioni nell’ambito di istituzioni pubbliche, alcuni miglioramenti nelle relazioni sindacali. Miglioramenti sia nell’ambito della informazione, sia della contrattazione. Questo, non per intaccare i principi di responsabilità dei vertici negli assetti organizzativi, ma allo scopo di promuovere forme di verifica e trasparenza nei criteri e nei processi, tanto più se essi hanno impatto sul personale; tanto più se si considera che siamo un ente di ricerca e i livelli di partecipazione sono essenziali. Vi è ormai un sentire generale nell’opinione pubblica che politiche divisive, opacità, favoritismi, baronie, sono tutte modalità che non andrebbero incoraggiate.

Tuttavia, come se il nuovo contratto 2016-2018 non esistesse, come se non fosse stata la stessa controparte pubblica a promuovere forme di verifica, trasparenza, partecipazione, l’ENEA intende continuare ad adottare un approccio unilaterale e mai di sistema.

Anzi, in considerazione di valutazioni critiche ascoltate al tavolo proprio sulla questione Studi, l’ENEA ha sostenuto che da adesso in poi invierà per posta alle OO.SS un documento su quanto intende adottare.

Peraltro è stato sottolineato da tutte le OO.SS che nel comunicato della delegazione ENEA sulla riunione svolta, erroneamente, si parla di una informazione che sarebbe avvenuta al tavolo circa il “cambio di ruolo”, cioè della sua soppressione, dell’Unità Studi e Strategie. Viene allora naturale la domanda su che cosa, dopo la suddetta riunione e prima del comunicato, sia avvenuto per esternare la volontà del vertice verso una accelerazione di un processo che si voleva probabilmente più diluito e digeribile nel tempo.

Ma, al di là dei suddetti rilievi di procedure, rimane il fatto che la decisione preannunciata rappresenta per la FLC CGIL un fatto non condivisibile e un grave errore nella gestione di un Ente di Ricerca strategico sui temi dell’energia, dell’ambiente e dell’innovazione. Il nuovo vertice ha sempre manifestato un certo fastidio per l’esistenza di una struttura di questo tipo. Infatti la stessa è stata gradualmente ridimensionata. Eppure, per un Ente di Ricerca come l’ENEA, un punto di vista autonomo e autorevole sui temi degli scenari della propria mission è senza dubbio irrinunciabile. Non è un caso che questa unità è stata presente sin dalla nascita dell’ENEA, anche in presenza di vertici altamente scientifici e non politici ed ha sempre svolto un ruolo utile nel collegamento con le diverse Istituzioni del settore. Appare evidente che un Ente che si occupa dell’innovazione tecnologica in settori chiave come l’energia e l’ambiente deve avere cognizione di causa delle tendenze e sugli scenari che in tali ambiti emergono a livello internazionale e nazionale, dove peraltro le controversie e gli aggiornamenti si susseguono. Ci sembra che tale aspetto sia tanto più importante in presenza di un vertice molto influenzato dalla politica.

Sembra, invece, che una struttura che possa esprimere pareri (ovviamente sempre da documentare in modo rigoroso) possa creare al vertice un disturbo nell’ambito delle proprie interlocuzioni, e che sia pertanto desiderabile una sua delegittimazione di ruolo. Certo, se non si ha dell’ENEA una concezione che la vede centrale nei processi di cambiamento qualitativo dello sviluppo e quindi con un pieno rapporto con le università, con gli altri enti, con la rete delle associazioni, coi territori, con le interconnessioni internazionali, con le imprese interessate all’innovazione e non alla lobbistica, allora a cosa serve avere consapevolezza delle tendenze di cosa avviene nel mondo e di cosa dicono gli interlocutori della società civile?

Così l’Unità strategica Studi e Strategie, che rientra peraltro nelle Unità definite di particolare rilievo e per questo garantita nell’autonomia scientifica anche rispetto alla gerarchia gestionale, così come dalla Carta dei ricercatori e dal contratto, finirebbe, nelle intenzioni del vertice, per diventare un’unità di servizio documentale, peraltro sulla performance, che prevede una valutazione che dovrebbe scaturire da tutt’altra struttura. Si tratterebbe quindi di un ufficio di supporto paragestionale, di sola redazione di documenti e di relazioni per il vertice. Ecco il “cambio di ruolo” prefigurato dall’ENEA! Sembrerebbe quasi una vendetta del vertice. Tutto questo mentre contestualmente dopo aver creato dipartimenti, divisioni, laboratori, progetti (con scarsa pubblicità), ora avremo anche le sezioni. Inoltre, per non farsi mancare nulla in questa proliferazione per dare altre indennità, basta chiamare unità gestionali unità tecniche, e le unità gestionali che restano, dividerle per due, tanto le risorse non sono le proprie.

Pertanto, la FLC CGIL richiede al vertice dell’ENEA un ripensamento sulla decisione di chiudere di fatto l’Unità Studi e Strategie; una decisione peraltro non volta certo al risparmio, a fronte di una dilatazione di caselle. Riteniamo che privarsi di un Ufficio Studi Strategico, e soprattutto autonomo, non sia coerente nella gestione di un Ente di Ricerca e che ne pregiudichi lo sviluppo qualitativo futuro. È una unità che non solo non andrebbe chiusa, ma andrebbe invece incrementata.

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