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ENEA, Centro Casaccia: l’esasperazione è dietro l’angolo

Il comitato di ente FLC CGIL sulla condizione lavorativa nella sede.

22/05/2014
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Oggi lavorare in Casaccia è un’impresa sempre più ardua, ma noi non ci scoraggiamo.

I nostri laboratori hanno strumenti obsoleti, non si rinnova in ricerca, non ci sono i soldi. Le apparecchiature scientifiche si rompono, non c’è manutenzione. Non ci sono giovani nei laboratori, a loro non vengono rinnovati i contratti, né gli assegni di ricerca. Sono state più di 200 le firme raccolte in una iniziativa pressoché, prima di Pasqua, che vede dopo tanto tempo i giovani precari e non, insieme a raccogliere firme contro la burocratizzazione, che stritola che annienta ed umilia l’intero mondo del lavoro. Gli assegni di ricerca ed i precari in genere sono ormai una piccola etnia in tutta l’ENEA, che comunque è ancora il secondo Ente di ricerca italiano. I giovani insieme ai colleghi più anziani sono tutti vittime dello stesso sistema gestionale, un sistema che decide unilateralmente in barba al buon costume delle buone e trasparenti relazioni sindacali. Si è perso di vista uno degli obbiettivi sensibili più importanti che un governatore di un ente, seppur commissario, dovrebbe avere, il bene supremo di tutto il personale.

Diversamente da una logica di funzionamento chiara lineare e funzionale, in Enea negli ultimi anni si è ossificata una struttura mastodontica e ridondante che spesso ha condizionato Più di 4 anni di commissariamento equivalgono a perdita di potere economico e all’annientamento quasi totale del precariato, linfa vitale per il futuro del nostro ente.

Quindi, si è attuata una logica di funzionamento che purtroppo ha sperperato disponibilità economiche ed umane alimentando, al contrario, un vasto bacino di responsabili di struttura e sottraendo, di conseguenza, risorse al restante 90% del personale e alla quasi totalità dei precari (il CNR, grande 3 volte l’Enea nel numero di dipendenti, ha un numero di responsabili identico all’Enea stessa e tutti ne diventano per procedure di valutazione). E’ in questo contesto che tutti noi dobbiamo produrre idee e progetti competitivi in Europa per sostenere le attività di ricerca e pagare parte degli stipendi.

Sembra non esserci quasi più speranza nel Centro della Casaccia, fatiscenza, stato di abbandono, erba dappertutto, la manutenzione attivata solo per necessità straordinarie, dove i servizi pulizie sono ridotti al minimo, dove i colleghi dell’indotto vengono trasferiti se in disaccordo con la ditta che gestisce la mensa. Dove si mangia non si sa che cosa e le proteste non sono ascoltate, neanche se vengono avanzate da RSU. Tuttavia si fanno una struttura di centro con 14 caselle addirittura e 150 mila euro circa di indennità. Se ne sbattono degli appelli alla semplificazione e della trasparenza. Criteri per le nomine? Fantascienza. Il centro non si occupa nemmeno più della sicurezza. Non c’è speranza, se anche le proposte di sostenibilità e di risparmio prospettate da oltre due anni alla direzione dai lavoratori e lavoratrici della Commissione CORR (Comm Ottimizzazione Risorse e Risparmio) si scontrano con l’indifferenza, con la farraginosità del sistema o con ostacoli causati dalla condizione di commissariamento  in cui l’ENEA giace da troppo tempo.  Però l’ente più energivoro d’Italia si affretta nel ponte di fine aprile ad inventarsi una struttura completa con tanto di marchetta del Direttore Aggiunto. Del resto il  precedente direttore era arrivato 80° nelle uniche procedure concorsuali Enea che risalgono al 2009. Fermiamo il declino, riappropriamoci della nostra legittimità, siamo noi la vera forza su cui ruota il resto.

Il comitato degli iscritti FLC CGIL Casaccia

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