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ENEA: altri 2 milioni e mezzo di euro di tagli al fondo ordinario

Sempre più necessario il superamento dell'attuale gestione commissariale dell'Ente.

05/09/2012
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Purtroppo continua la situazione preoccupante sul futuro dell'Ente così come da noi richiamata alla fine di luglio, dopo il presidio e l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. Mentre vi è stata una sospensiva dei tagli sul 2012 per gli enti vigilati per il MIUR per l'Enea è arrivata la nuova batosta di 2 milioni e mezzo di euro di tagli al fondo ordinario, da raddoppiare nel 2013. Invece di accelerare i tempi sul decreto come avevano assicurato al Mise, ora dal ministro Passera arriva questa storia delle interviste ai responsabili di strutture su tematiche che non hanno nulla a che vedere con risultati di ricerca. Infatti, a luglio avevano assicurato che ci sarebbe stata solo una consultazione di merito e a livello istituzionale, non attraverso una società intermediaria. Appare sconcertante che si ricorra, con risorse dei contribuenti, mentre si parla di ridurre le onerose consulenze, addirittura a società di consulenza americana, con sede centrale a Boston, specializzata prevalentemente in operazioni finanziarie, assicurative, bancarie, a cui si aggiungono valutazioni di business per fusioni e acquisizioni. Ancora una volta si evidenzia come le priorità del ministro sono molto lontane dalla ricerca e dall'innovazione.

Si conferma, pertanto, quanto affermato già a fine luglio, e cioè, di fronte agli impegni disattesi e alle infinite divergenze tra i soggetti responsabili dell'emanazione del decreto di riordino sull'ENEA previsto dalla Legge 99/2009, le iniziative di mobilitazione messe in campo nei mesi scorsi sono sicuramente da rilanciare già nelle prossime settimane e la FLC CGIL si attiverà in tal senso. Peraltro, queste entreranno a far parte della più vasta mobilitazione che si va predisponendo per i prossimi mesi in tutto il settore ricerca e della conoscenza, contro le politiche del governo. L'obiettivo cardine non è solo quello di contrapporsi alla logica irresponsabile dei tagli lineari in settori che dovrebbero essere strategici, ma è quello della riqualificazione del ruolo dell'Ente, nell'ambito della ricerca pubblica, nei settori appunto già previsti dalla legge stessa; della rivendicazione di una governance e di strumenti organizzativi simili agli altri enti di ricerca, con un ruolo di primo piano nella programmazione anche del MIUR.

Questo rende più urgente chiudere in fretta con l'attuale gestione commissariale, che non solo non si è rivelata all'altezza di un ente che dovrebbe avere un ruolo di eccellenza, ma che si è adoperata prevalentemente alla gestione dell'esistente e a garantire la propria sopravvivenza. Per questo non ci si è fatti scrupolo di utilizzare il proprio ruolo e le ampie deleghe anche per spaccare il personale in un momento così critico, arrivando anche a firmare accordi con forze che hanno preso il 25% dei consensi del personale nelle elezioni per il rinnovo delle RSU. Un ente di ricerca ha bisogno di democrazia, trasparenza, valorizzazione del merito e lealtà. Non di logiche da regime. Sembra che si sia arrivati, e lo stiamo appurando, a vincolare dipendenti a sottoscrivere impegni di riservatezza in cambio di concessioni extracontrattuali. Invece di ottimizzare le energie si sono frammentate unità strategiche e contemporaneamente si è definito un apparato elefantiaco, poco utile agli obiettivi di un ente di ricerca, che non trova riscontro se non nei peggiori esempi della gestione pubblica. Un rilancio dell'ente appare improbabile senza nuovi metodi di gestione, senza un rigore etico, senza favorire la selezione di una classe dirigente con metodi trasparenti, improntati alla valorizzazione del merito scientifico. Purtroppo grazie a questa gestione negativa e di parte, l'ENEA non è, in un momento così delicato, nelle migliori condizioni per essere rappresentata e tutelata ai tavoli istituzionali dove si definisce il proprio futuro.

Anche sul piano contrattuale coloro che avevano osteggiato con ogni mezzo l'entrata nel comparto, in primo luogo il commissario in persona, già a partire da una sua famosa circolare del maggio 2010, oggi cercano spazi di rivincita per riproporre le loro conosciute logiche. Per questo si sono sempre impegnati a ridurre le potenzialità che il contratto offre per tutti e in trasparenza, per riproporre, invece, solo soluzioni clientelari, che spaccano il personale e che vedono trasformare i diritti contrattuali in "concessioni". Anche per questo restiamo impegnati sul fronte contrattuale ad utilizzare al meglio ogni spazio possibile che il contratto della ricerca ci offrirà, cercando di migliorare le condizioni di tutti i lavoratori, in sintonia con quanto avviene nel resto del comparto ricerca. Senza rinunciare alla critica e alla denuncia, se necessarie. Non ci faremo intimidire dai furbetti patentati di turno.

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