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Università: CGIL, da DDL Gelmini effetti devastanti, si ritiri

Mentre il mondo della conoscenza si mobilita è iniziata la discussione alla Camera del decreto legge. Il Governo, secondo la CGIL "di fronte alle proteste sceglie di andare al voto, peraltro senza l'approvazione definitiva della Legge di stabilità, su un testo che rappresenta un affossamento del nostro sistema di alta formazione".

23/11/2010
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da cgil.it

"Un testo addirittura peggiorato rispetto a quello uscito dal Senato, che si abbatterà sul sistema universitario con effetti devastanti". E’ il giudizio in una nota della Segreteria Nazionale della CGIL sul ddl Gelmini di riforma dell’Università in queste ore in discussione alla Camera. Il sindacato chiede quindi "un atto di responsabilità: il ritiro del testo e l’avvio di una discussione sulle vere priorità di cui l'Università ha bisogno".

Secondo la CGIL il testo contiene effetti devastanti "sia sotto il profilo finanziario, si conferma il taglio di quasi mezzo miliardo di euro nonostante che il Governo presenti una correzione parziale nella Legge di stabilità; sia dal punto di vista delle regole di funzionamento dell'istituzione, sia per le conseguenze nei confronti degli studenti, dei ricercatori, dei precari e dei giovani in generale che guardano alla ricerca e alla didattica come ad un'aspirazione di vita".

"Di fronte alle proteste - prosegue la nota della Segreteria della CGIL - il Governo sceglie di andare al voto, peraltro senza l'approvazione definitiva della Legge di stabilità, su un testo che rappresenta un affossamento del nostro sistema di alta formazione. Un insieme di norme sbagliate, inique, improduttive, il cui esito prevedibile sarà lo scardinamento del sistema universitario pubblico, la riduzione dei diritti di chi vi studia e di chi vi lavora, un ulteriore arretramento nel confronto con altri Paesi sul piano della conoscenza e della crescita della cultura e dell'innovazione". La CGIL, quindi, "al cospetto di una prospettiva così grave, chiede a tutte le forze politiche un atto di responsabilità: si sospenda la discussione, il Governo ritiri il ddl, si dia luogo ad una discussione partecipata che consenta di far emergere - conclude la nota - le vere priorità condivise di riforma di cui l'Università ha bisogno".