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Relazioni sindacali e lavoro a tempo determinato, incontro all'ARAN

In un incontro con i sindacati si è discusso degli Atti di Indirizzo del Governo e delle Parti Pubbliche. Il commento della CGIL.

14/02/2013
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Comunicato CGIL

Oggi presso l'Aran si è svolto un primo incontro per l'apertura del confronto con le OO.SS. sui due Atti di Indirizzo del Governo e delle Parti Pubbliche relativi rispettivamente alle revisione del sistema delle relazioni sindacali e ad alcune modifiche alla normativa sul lavoro a tempo determinato.

In apertura il Presidente dell'Aran ha illustrato gli obiettivi e i contenuti degli Atti di Indirizzo; ha ricordato i passaggi che hanno condotto alle scelte della L. 150, e successivamente i contenuti dell'Accordo OO.SS.-Governo, parti pubbliche del 3 maggio 2012, che indicava una netta scelta di revisione del modello di relazioni proposta dalla legge 150.

Quell'Accordo, che non ha avuto alcun seguito, rappresentava la volontà delle parti di modificare parti essenziali della Legge attraverso interventi legislativi che ristabiliscono la centralità al contratto nazionale e della contrattazione decentrata così come la necessità riconosciuta di intervenire in tema di precariato pubblico. Ha quindi proposto di avviare un iter di analisi della complessa stratificazione normativa sulle relazioni sindacali presente nei contratti, con l'obiettivo di rivederne gli assetti alla luce del modello così delineato.

La Cgil ha dichiarato il proprio interesse all'apertura di un confronto sul tema di una revisione e potenziamento del modello di relazioni, che si rende obiettivamente necessaria dopo il caos normativo prodotto dal Governo Berlusconi che ha determinato, oltre al blocco dei contratti, l'inapplicabilità delle norme vigenti e l’indebolimento della contrattazione integrativa, generando un gigantesco ambito di incertezza giuridica, anche per le stesse Amministrazioni, e un utilizzo improprio e inaccettabile dei controlli sugli accordi.

Ha altresì manifestato l'esigenza di un modello appropriato, certo, semplificato ed efficace necessario per affrontare i complessi problemi di gestione che le riforme oggi e quelle future solleveranno.

Ha però rilevato come non sia pensabile realizzare tale revisione nell'ambito del perimetro delineato dalle norme vigenti della L. 150 e del decreto legge sulla spending review.

La revisione va operata a tutto campo, restituendo alla contrattazione la potestà che il D.Lgs. 165/2001 originariamente le assegnava, superando i vincoli ideologici e normativi introdotti dalla L.150 e dalla successiva produzione legislativa.

In questa direzione si muovono i contributi che la CGIL e le sue categorie hanno presentato alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale.

La Cgil ha altresì chiesto che si provveda con urgenza alla sospensione di tutti quei provvedimenti che le amministrazioni stanno assumendo in attuazione della L. 150 e delle ulteriori leggi intervenute, con i quali si disdicono i contratti integrativi operando in sostituzione di norme contrattuali in modo unilaterale (ad esempio Enti Locali, Scuola, università,istituti di ricerca pubblici etc.).

Per quanto riguarda il secondo tema, partendo dall'emergenza rappresentata dai contratti a tempo determinato in scadenza il prossimo 31 luglio, che vanno ulteriormente prorogati, ha posto l'esigenza politica di una revisione generale dell'utilizzo del lavoro flessibile (Tempi determinati, CO.CO.CO., somministrati, partite IVA, altro), che non deve più essere considerato “normale” nel suo utilizzo nelle P.A., garantendo comunque il lavoro degli interessati.

Si è trattato di un primo incontro interlocutorio, alla fine del quale si è decisa una calendarizzazione su entrambi i temi, per i primi giorni dopo le prossime elezioni.

Roma, 14 febbraio 2013