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Le novità lavoristiche dopo l’approvazione della legge sul Welfare

Le novità introdotte dalla legge 247/2007 in tema di legislazione sul lavoro trovano applicazione anche nei settori della conoscenza a gestione privata. Le note della CGIL sono lo strumento guida per orientare la nostra azione sindacale ad ogni livello nei confronti delle controparti padronali e datoriali.

21/01/2008
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Con l’approvazione della legge n. 247/2007, che recepisce gran parte del protocollo del 23 luglio 2007, sono state introdotte nel nostro ordinamento in materia di legislazione sul lavoro alcune novità interessanti a volte anche rilevanti.

Si tratta di interventi che interessano, per lo più, il mondo del lavoro privato e che, nei settori della “Conoscenza” che la FLC rappresenta e organizza, trovano applicazione nei comparti della Scuola non Statale, nella Formazione Professionale, nelle Università Libere e private e nella ricerca a gestione privata.

Il dispositivo legislativo prevede che relativamente ai capitoli relativi alla riforma dei servizi per l’impiego, al riordino degli incentivi all’occupazione, alla riforma degli ammortizzatori sociali e alla riforma dell’apprendistato il governo potrà esercitare una delega legislativa. Il che significa, in termini procedurali, che “ciascuna delega dovrà essere esercitata con il coinvolgimento delle Regioni e delle parti sociali nel rispetto delle competenze stabilite dal riformato Titolo V della Costituzione”.

Mentre i temi che riguardano le altre materie ovvero il tempo determinato, il part-time, il lavoro somministrato, il lavoro intermittente, le collaborazioni, i soci di cooperative e i disabili trovano una loro declinazione all’interno del dispositivo legislativo, anche se non sempre in maniera esaustiva, profilando in alcuni casi soluzioni inaccettabili come nel caso del lavoro intermittente nei settori del turismo e dello spettacolo.

Il Dipartimento Politiche Attive del Lavoro della CGIL ha elaborato una sorta di “lettura critica” del testo legislativo con l’obiettivo non solo di fornire una mera informazione ma di dare “una chiave di lettura e di orientamento” per l’immediato e in prospettiva su cosa cambia, su cosa può cambiare e soprattutto su cosa le norme in vigore ci permettono di cambiare.

Tale lettura critica ci consente di cogliere in maniera stringente il nesso che intercorre tra legislazione e contrattazione e può rappresentare nell’immediato l’orizzonte su cui muoverci in occasione dei confronti con le controparti padronali e datoriali dei settori privati della conoscenza soprattutto in quelle realtà laddove la contrattazione nazionale ancora non si è conclusa (come nel caso del rinnovo del ccnl Aninsei) o in sede di contrattazione collettiva aziendale (rinnovo dei contratti aziendali nelle università libere e private).

Complessivamente sull’intervento legislativo il giudizio è sostanzialmente positivo, anche se non mancano cadute come quelle relative al lavoro intermittente fatto rivivere nel turismo e nello spettacolo, non solo per le trasformazioni previste ma anche in relazione all’approccio sui soggetti che operano nel mercato del lavoro e sulle tipologie di impiego. Va comunque segnalato che su due argomenti tipici della legge 30 ovvero le trasformazioni degli assetti d’impresa e il ruolo del sindacato negli enti bilaterali e sulle certificazioni la nuova disposizione legislativa non fa ulteriori passi in avanti.

Roma, 21 gennaio 2008

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