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FLC 2.0: sindacato e web si confrontano

Due giornate di dibattito sui limiti e le potenzialità della “rete delle reti”. Esperienze a confronto e approfondimenti con gli esperti.

22/11/2013
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È stato un bel momento di riflessione e confronto quello che ha visto le strutture territoriali della FLC incontrarsi il 12 e 13 novembre scorsi a Gaeta, per discutere insieme di come internet e le forme comunicative del web 2.0 possano e abbiano già cambiato il mondo del sindacato.

Ma parlare di internet, questo è ben chiaro da subito, non significa smettere di fare i sindacalisti: il web non è il sostituto di un’assemblea. “Può solo aiutarci a fare meglio il nostro lavoro” è stato detto in apertura dei lavori del seminario, un seminario pensato soprattutto per riunire e dare un volto a tutti quelli che lavorano ogni giorno ai nostri siti sparsi sul territorio, e che troppo spesso rimangono nascosti. Ma il loro è un lavoro importantissimo.

Vai il programma del seminario.​

Lo ha detto subito Antonio Ferrone, della FLC di Latina: il sito li ha aiutati come struttura a farsi conoscere in un territorio complicato da gestire come il loro, a diventare punto di riferimento e voce per tutti gli iscritti e le RSU, che lamentavano una scarsa informazione e pochi servizi. “La strada del web era la migliore e anche la più economica. Non saremmo mai riusciti a ottenere la visibilità che abbiamo oggi senza il sito”.

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Una visibilità che anche noi, come FLC Nazionale, otteniamo tutti i giorni grazie anche agli strumenti informatici che utilizziamo: il sito nazionale viene visitato da almeno 20 mila navigatori al giorno. Il nostro valore aggiunto è il commento, perché diamo un servizio ai nostri utenti che altri siti non danno. Approfondiamo, andiamo dentro le questioni, diamo il nostro punto di vista. Nello statuto della CGIL si parla di “diritto di partecipazione alla vita organizzativa degli iscritti”. Il nostro è quindi un bisogno continuo di comunità.

Il potere dei social network, da questo punto di vista, è enorme, se si sa gestire. Il professor Di Nicola, docente di sistemi organizzativi complessi all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", lo ha ricordato, svelandone trucchi e limiti, parlando di net strike, (scioperi virtuali) e dei mille modi di essere presenti in rete. Ci ha svelato qualcosa della sua ricerca, avviata nel 2001 analizzando 92 siti web e giunta ora alla terza rilevazione con circa 500 siti analizzati, che lo vede indagare forme e modelli della comunicazione sindacale online e che finora ha riscontrato poca interazione virtuale all’interno del sindacato. “Verso internet c’è molta diffidenza, ed è normale. Ma è uno strumento come un altro, che va prima usato e capito per essere utilizzato al suo meglio”.

Scarica la sintesi e guarda il video dell'intervento del professor Di Nicola.

L’immagine che ci torna, restituita dai territori, è quella di uno scenario abbastanza frastagliato, con forti differenze e distanze. Gli 11 siti che si sono raccontati durante i lavori sono molto diversi tra loro. Hanno una storia diversa e diversi tempi e modi di nascita e crescita. E anche diverse necessità. Quasi tutti cercano interazione con gli iscritti, chi trova più utile i social, chi l’email, chi una sorta di “esperto risponde”, chi utilizza direttamente un blog, piuttosto che un sito, per rispondere perfettamente alla necessità primaria dell’essere in rete: il raccontarsi. Tutti, però, lamentano una scarsità di risorse in merito allo strumento internet: spesso non c’è qualcuno che si occupa solo di questo e non è facile trovare chi scrive e pubblica. Giovanni Sonego, esperto di ottimizzazione per i motori di ricerca,  ne ha fatto un’analisi dettagliata, dando consigli utili per migliorare quelli che sono gli aspetti più carenti, che potrebbero permettere una migliore indicizzazione nei motori di ricerca e una maggiore interazione con gli utenti.

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Internet non è un mezzo freddo, ha detto in conclusione Maurizio Lembo, segretario nazionale FLC, ma il suo valore aggiunto viene sicuramente dall’umanizzazione che siamo noi a dargli. Siamo noi a creare la rete, a rispondere ai bisogni di tutti e a fare quello che ogni sindacato dovrebbe fare: dare voce a chi non ne ha. Per questo il nostro grazie va a tutti i compagni che ogni giorno lavorano a questa rete, in un modo che a volte rimane nell’ombra ma che resta fondamentale, perché nessuna navigazione si può realizzare senza la guida di un capitano, ma soprattutto senza il duro lavoro di un buon equipaggio.

E anche questa rete, quella che si è creata nella due giorni a Gaeta, deve andare avanti, per continuare una riflessione che vada oltre il web stesso, che comprenda la comunicazione a 360 gradi, che ci permetta di migliorare il nostro modo di fare sindacato, con l’aiuto di tutti i mezzi che il web 2.0 può offrirci.

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