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Convenzione MIUR-Regione Lombardia: la Cgil scuola lombarda ricorre al Tar

In data 13 novembre 2002 la Cgil scuola Lombardia ha presentato ricorso al Tar Lombardia, per chiedere l’annullamento, previa sospensiva, della Convenzione stipulata tra un Istituto scolastico e un Centro di formazione professionale, a seguito del Protocollo di intesa tra il Miur e la Regione Lombardia e della relativa comunicazione della Direzione Scolastica Regionale.

15/11/2002
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In data 13 novembre 2002 la Cgil scuola Lombardia, nella persona del Segretario generale W. Pirelli, ha presentato ricorso al Tar Lombardia, per chiedere l’annullamento, previa sospensiva, della Convenzione stipulata tra un Istituto scolastico e un Centro di formazione professionale, a seguito del Protocollo di intesa tra il Miur e la Regione Lombardia e della relativa comunicazione della Direzione Scolastica Regionale.

I motivi a sostegno della richiesta di annullamento riguardano, nella sostanza, la contrarietà alla legge 9/99, che ha elevato di un anno la durata dell’obbligo scolastico, e al Regolamento di attuazione dell’art. 1 della stessa legge.

La legge, si sostiene nel ricorso, esclude che gli adolescenti possano essere orientati unilateralmente verso un percorso predeterminato. L’integrazione, prevista nella normativa sull’obbligo, è finalizzata all’orientamento, per potenziare “ la capacità di scelta” ( art.6 L. 9/99), e va garantito come diritto a tutti gli alunni.

Viceversa la Convenzione impugnata prevede che l’intero ultimo anno di obbligo venga svolto, da parte di alcuni alunni, presso il centro di formazione professionale, in palese contrasto con la legge.

Nel ricorso si chiede la sospensiva degli atti, per impedire gli effetti sulla formazione scolastica degli alunni, nonchè l’annullamento degli stessi per illegittimità.

L’azione legale intrapresa dalla Cgil Lombardia si muove in coerenza con il giudizio negativo che come Cgil scuola abbiamo espresso al momento della sottoscrizione del Protocollo tra il Miur e la Regione Lombardia, e di tutti gli altri Protocolli che, a seguire, sono stati sottoscritti con altre regioni.

Sono gli stessi motivi alle base della nostra contrarietà al Disegno di legge delega sull’istruzione, approvato nei giorni scorsi al Senato: la scuola pubblica torna indietro di decenni, rinuncia, in quel disegno, a svolgere i compiti che la Costituzione italiana affida alla scuola, di rimozione degli ostacoli che si frappongono all’esercizio di una cittadinanza piena e consapevole. E’ una scuola selettiva, che divide chi ha diritto ad una formazione “alta” e chi ad una formazione piegata al lavoro. La nostra è sempre stata, invece, una battaglia a favore di percorsi formativi integrati, per tutti, a favore della promozione sociale di tutte le persone, per garantire il successo scolastico e formativo a tutti e a ciascuno, attraverso la qualificazione dell’offerta formativa pubblica, con investimenti di risorse economiche e professionali. Il diritto all’istruzione è costituzionalmente garantito; non può tradursi in merce a disposizione di chi può comprarla.

Roma, 15 novembre 2002