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Contratti pubblici: CGIL, CISL e UIL chiedono incontro urgente a Renzi e Madia

Non si può prescindere dalla contrattazione collettiva e da corrette relazioni sindacali per una positiva ed efficace riforma della Pubblica Amministrazione. Si proceda subito.

25/09/2015
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Da www.cgil.it

I Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo hanno inviato oggi una lettera al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi ed alla Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia in cui sollecitano un incontro urgente sul rinnovo dei contratti pubblici.

"Dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale 178/15 con la quale è stato dichiarato incostituzionale il regime di sospensione della contrattazione collettiva che dura dal 2011, e in vista della predisposizione della Legge di Stabilità 2016 - si legge nella lettera - non è più differibile l'apertura formale di un confronto che preluda all'avvio della stagione contrattuale per il complesso dei lavoratori dipendenti dalle Pubbliche Amministrazioni. Il dispositivo della sentenza della Corte afferma con chiarezza che il protrarsi del blocco della contrattazione collettiva incide fortemente sulla qualità del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni negando il diritto a definire con il contratto i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti il rapporto di lavoro” nonché il trattamento economico gravemente colpito dalla crisi economica e dal mancato rinnovo dei contratti collettivi".

"Non si può prescindere dalla contrattazione collettiva e da corrette relazioni sindacali per una positiva ed efficace riforma della Pubblica Amministrazione e per la partecipazione dei lavoratori coinvolti- hanno aggiunto Camusso, Furlan, Barbagallo. Quindi il rinnovo dei contratti è necessario, non solo per adempiere ad un obbligo istituzionale, ripristinando una prassi di confronto democratico, ma per sanare una ferita grave protrattasi negli anni e che vede i lavoratori pubblici e le amministrazioni pubbliche gravemente indeboliti nei loro diritti e nel loro reddito e nella loro funzionalità ed efficacia nella gestione dei servizi pubblici alle persone e al Paese".