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Congresso FLC CGIL: Pantaleo, un sindacato aperto ai giovani

Domenico Pantaleo, Segretario generale uscente, ha aperto i lavori del 2° Congresso della FLC CGIL.

15/04/2010
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da www.cgil.it - il portale del lavoro

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Giovani, lotta al precariato, scuola come luogo di inclusione e integrazione, cardine di quei diritti di cittadinanza contenuti nella nostra Costituzione. Sono solo alcuni dei temi della ricca relazione con la quale Domenico Pantaleo, Segretario Generale uscente, ha aperto i lavori del II congresso della FLC CGIL, che si sta svolgendo al Palariviera di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno e che terminerà sabato 17 aprile ( il programma delle quattro giornate ).

Un congresso, come noto, condotto su due documenti alternativi, ma nel quale, ha detto Pantaleo, "nonostante qualche asprezza di troppo nelle assemblee di base, il dibattito è stato di ottimo livello e ha confermato come la CGIL sia uno dei pochi luoghi che garantiscono partecipazione". Non solo: nei due documenti "ci sono punti comuni che possono essere il terreno possibile della ricomposizione unitaria senza annullare le differenze".

I giovani, si diceva. Il leader della FLC ha ribadito che il dovere dei sindacati è quello di aprirsi maggiormente ad essi: "Dobbiamo mutare profondamente il nostro modo di fare sindacato". E in questa logica, diventa fondamentale lavorare insieme ai movimenti e prendere di petto la precarietà, sempre più diffusa nei settori della conoscenza. Per questo, ha sottolineato Pantaleo, "prevediamo di dare vita statutariamente al coordinamento nazionale dei precari della FLC", mentre è necessario "un piano straordinario" per la stabilizzazione dei precari stessi e prevedere in tutti i comparti della conoscenza "il superamento delle forme atipiche del lavoro". Tutti temi di cui si parlerà a settembre, quando si terranno quegli Stati generali della conoscenza durante i qual saranno coinvolti movimenti e associazioni.

Pantaleo si è poi soffermato sul ruolo fondamentale che i saperi, la conoscenza hanno nella costruzione di un futuro in cui la competitività si giochi sulla qualità e sullo sviluppo sostenibili, "ma bisogna sapere che il nostro modello di società entra in lotta di collisione con un impianto di politica economica e sociale di impronta populista e corporativa, fondata sull'indebolimento del ruolo pubblico e dei diritti sociali".

Il sindacalista ha poi rivolto un appello a CISL e UIL nella speranza "che si possa tornare a discutere in modo da salvaguardare al meglio i diritti dei lavoratori". In tutti i comparti sono state presentate piattaforme separate, "ma non vedo differenze incolmabili con alcuni altri sindacati, a cominciare dalle richieste salariali", anche se, ha ribadito, "non intendiamo applicare le nuove regole del modello contrattuale che abbiamo giudicato sbagliato e pericoloso". Occorre trovare risposte originali, "senza che si chieda a nessuno di rinunciare alle proprie opinioni". Una di queste idee potrebbe essere quella di un contratto della conoscenza che includa scuola, università, ricerca e AFAM. In ogni caso, diventa ineludibile porre una questione di democrazia sindacale, affermando il diritto "di tutti i lavoratori a poter votare gli accordi stipulati dalle organizzazioni sindacali, stabilendo i criteri con i quali accertare la rappresentanza".

Particolarmente dura, la relazione, con i ministri Tremonti, Gelmini, Brunetta e in generale il governo Berlusconi: sotto accusa i tagli a organici e risorse (8 miliardi di euro), l'arbitrato, il rinvio delle elezioni delle rsu, la mancia per in attesa di rinnovi contrattuali per i quali non ci sono stanziamenti sufficienti (8 euro lordi al mese!), il tetto per gli immigrati nelle classe, l'idea meritocratica della valutazione degli insegnanti ("non accetteremo mai una valutazione arbitraria e gerarchica da parte della dirigenza che si tradurrebbe in arbitrio e discriminazione"), la finta riforma delle scuole secondarie superiori, con ore di insegnamento e laboratorio tagliati per tutti e in particolare per le scuole tecniche e professionali. Duro anche il giudizio sul ddl di riforma dell'università, che ha un impianto "centralistico e autoritario". Il numero uno della FLC CGIL ha poi avvertito dei rischi che un federalismo in salsa leghista porti alla "cancellazione del sistema nazionale d'istruzione", un "regionalismo che nei fatti s'impadronisce in modo esclusivo di quelle competenze legate ai servizi universali". Infine, per la FLC, Pantaleo ha indicato una doppia strada su cui procedere: da un lato un "cambiamento generazionale" e, dall'altro la valorizzazione dei territori e lo spostamento del "baricentro della nostra organizzazione verso i posti di lavoro". Anche in questo modo si può fare della FLC "un'opportunità a disposizione di questo paese per fare delle democrazia e della libertà a condizione per ridare speranza a chi oggi non ne ha più".