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Sergio Staino presenta “Storia sentimentale del P.C.I.”. Appuntamento il 24 febbraio alle 16.00

Con Luciana Castellina, Vanessa Roghi e Francesco Sinopoli. La diretta su Facebook e su flcgil.it

18/02/2021
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Come si può raccontare una storia lunga cent’anni, complessa, con tante facce, volti e anime, in poche decine di pagine? 

“La storia di milioni di persone; che ha attraversato paesi e culture, uomini e donne, città e campagne. Che ha unito le persone in piazze affollate, nei palazzetti dei congressi, negli auditorium, nelle case del popolo, nei crocicchi delle strade, nei piazzali delle fabbriche e nelle chiese (sì, anche nelle chiese). E poi in certi momenti le ha divise, anche in maniera feroce e violenta”.

È possibile se racconti la storia partendo dai sentimenti, e così ha fatto Sergio Staino, definendola “una storia d’amore personale, che però somiglia a quella di tanti altri”.

E dato che per molti di noi anche l’adesione alla CGIL, in fondo, è una storia di sentimenti e di comune militanza abbiamo voluto incrociarla con quella narrata da Staino e dal suo Bobo.

“Storia sentimentale del P.C.I.” è il titolo del libro di Staino dedicato ai cento anni dalla svolta di Livorno. Il sottotitolo, anche i comunisti avevano un cuore, da già il segno dell’ironia di un racconto che sembra scritto da Bobo, in una chiacchierata al bar con il compagno Molotov, davanti ad un bicchiere di vino rosso.

Siete tutti invitati ad unirvi in questa chiacchierata il 24 febbraio alle ore 16,00 insieme a Sergio Staino, Luciana Castellina, Vanessa Roghi e Francesco Sinopoli, con il coordinamento di Maurizio Lembo.
Saremo in diretta su Facebook e sul sito www.flcgil.it

La locandina dell’evento

C’è una parola che, dice Staino, racchiude il senso di questa storia sentimentale, la parola è “compagno”. “Parola magica che aveva in sé un elemento di affettività e sentimento che superava ogni ostacolo e ci faceva sentire uguali, come chi mangia il pane insieme appunto”.
Una storia di militanza, si diceva, che ci accomuna “perché sognare una società più giusta non è soltanto una chimera da vecchi nostalgici. È il comandamento che tutti i progressisti dovrebbero seguire, la stella polare di un’esistenza vissuta alla ricerca della felicità, per sé e per gli altri. Sì, per tutti gli altri esseri umani”.