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Rilanciare la cultura della sicurezza ripartendo dalla scuola

Necessario passare dalle parole ai fatti: la scuola può e deve dare il suo contributo nel sensibilizzare e preparare le coscienze dei futuri lavoratori.

21/12/2017
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Partire dalla scuola per educare le future generazioni alla cultura della sicurezza, della prevenzione e della salute nel lavoro è stato l’obiettivo del convegno “Memory Safe: la cultura della sicurezza” che si è svolto a Roma il 12 dicembre scorso. Il dibattito, moderato dalla giornalista Maria Concetta Mattei, è stato introdotto dal Direttore Generale di Indire, Flaminio Galli e ha visto la partecipazione di Giovanna Boda, Capo Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, Franco Bettoni, Presidente Nazionale ANMIL, Fabio Pontrandolfi, Area Lavoro e Welfare di Confindustria, Michele Lepore, Docente di Diritto della sicurezza sul lavoro alla Sapienza Università di Roma.

L’iniziativa è stata sollecitata dagli ultimi e preoccupanti dati dell’INAIL relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro registrati in Italia nel corso del  2016 articolati che hanno fatto registrare 641.345 infortuni, 16.557 malattie professionali e 1.104 vittime mortali. Secondo una ricerca a livello europeo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) realizzata con altri partner stranieri, il costo stimato per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sostenuti dai paesi dell’Unione è pari a 476 miliardi di euro all’anno, che equivale al 3,3% del PIL Europeo. Un dato allarmante e pericoloso che non solo colpisce direttamente lavoratrici e lavoratori mentre prestano la loro attività lavorativa ma che rappresentano anche un costo economico a carico della comunità non indifferente. La stessa INAIL ha segnalato che nei primi nove mesi del 2017 i dati fanno registrare un tendenziale e significativo aumento -  769 morti, con un aumento del 2,1%, mentre sono state presentate all’Istituto circa 472.000 denunce, 594 casi rispetto allo stesso periodo del 2016. Ad aumentare sono tuttavia esclusivamente gli infortuni avvenuti nel tragitto casa-lavoro e viceversa (+3,7%), mentre diminuiscono quelli avvenuti in occasione di lavoro (-0,5%). Questo a significare che se si vuole veramente prevenire e ridurre il fenomeno crescente degli infortuni sul lavoro “è necessario investire con forza sull’educazione culturale delle nuove generazioni – ha dichiarato il Direttore Generale di Indire, Flaminio Galli – per migliorare le condizioni di sicurezza e salute nel lavoro e nella vita. Infatti, nonostante vi siano norme, controlli e sanzioni severissime, gli incidenti e le malattie professionali non diminuiscono in maniera evidente”.

Bisogna, quindi, spostare l’attenzione al “prima” ovvero con la prevenzione a cominciare ad investire in maniera coerenze e solida sulla cultura della sicurezza nella scuola dando così  al giovane, ovvero al futuro lavoratore, la sensibilità, la conoscenza e la consapevolezza del rischio affinché cultura, sicurezza e lavoro  viaggino insieme. Non è la prima volta che su questo tema - salute e sicurezza nel lavoro – viene chiamata direttamente in causa la scuola della Repubblica e le sue finalità istituzionali. Era già successo in occasione del 626 e in particolare con Carta 2000 ai tempi del Ministro dell’istruzione on.le Luigi Berlinguer. Tant’è che venne emanata a tal proposito dal MIUR una specifica circolare la circolare ministeriale 122/00 nella convinzione anche del legislatore che la strategia più efficace per la sua attuazione è la prevenzione individuando nell’educazione e nell’istruzione la modalità migliore per aiutare i bambini e i ragazzi a riconoscere le situazioni pericolose e ad adottare comportamenti adeguati per vivere in sicurezza a cominciare dalla scuola.

Convinzione questa ribadita anche dal D.Lgs 81/08. Però come spesso avviene in Italia a queste dichiarazioni di principio non è stato dato un corso effettivo tanto da far veicolare fattivamente il concetto all’interno del sistema scolastico soprattutto tra gli allievi e gli studenti. Fatto sta la fattibilità dell’operazione si è limitata solo a qualche sperimentazione parziale, ad interventi isolati  e alla celebrazione formale della giornata tesa a rilanciare la cultura della sicurezza nella scuola. Petizioni di principio che hanno bisogno di robuste articolazioni per funzionare a dovere.

Quello che oggi serve è di andare ben oltre le parole perché è ora che di dotare le istituzioni scolastiche di una strumentazione efficace e permanente per raggiungere quegli orientamenti fondamentali ribaditi dallo stesso D.Lgs 81/08. Quel che si propone quindi è di rilanciare gli obiettivi e le finalità già individuate in quella circolare del MIUR del 2000 che alla luce dello stesso Testo Unico sulla sicurezza sia in grado di valorizzare le buone pratiche realizzare e aprire una diffusa campagna promozionale in ogni suola della Repubblica senza se e senza ma, sapendo che in quest’ultimo ventennio anche la scuola come del resto la società ha avuto il suo profondo cambiamento.

E allora perché non ripartire dalla cm 122/00 per rilanciare quel tema invocato dalle stesse istituzioni? La cultura della sicurezza va praticata e non solo annunciata.