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Pubblica amministrazione: CGIL, CISL e UIL, necessarie modifiche a Testo Unico, prosegua confronto con Ministero

Audizione informale presso la XI Commissione della Camera dei Deputati sullo schema di decreto legislativo.

04/04/2017
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Nella mattinata di martedì 4 aprile 2017 si è svolta presso la XI Commissione della Camera dei Deputati (Lavoro pubblico e privato) l’audizione dei rappresentanti della CGIL sullo schema di decreto legislativo proposto dal Ministro Marianna Madia di modifica del Testo Unico del pubblico impiego (Decreto Legislativo 165/01).

Per la CGIL, oltre al segretario confederale Franco Martini, erano presenti rappresentanti di Funzione Pubblica CGIL e della Segretaria nazionale FLC CGIL.
La CGIL ha espresso una valutazione positiva rispetto al fatto che si stia procedendo verso un’inversione di marcia per sbloccare ‎i rinnovi dei contratti nazionali del pubblico impiego fermi ormai dal 2009. È evidente che esiste una forte correlazione tra rinnovi contrattuali e riforma del Testo Unico sul pubblico impiego. Per la CGIL il riferimento fondamentale per la riforma del Testo Unico è l’intesa politica Governo-sindacati del 30 novembre 2016 con la quale tra le parti si era condiviso l’impegno a restituire ruolo e funzione alla contrattazione nazionale ed integrativa rispetto alla prevalenza della legge.

Lo schema di decreto in discussione però ancora non rispecchia tutti gli impegni assunti e pertanto necessita di ulteriori modifiche e correttivi per renderlo effettivamente coerente con l’intesa del 30 novembre.

Questi i temi su cui maggiormente si sono appuntate le osservazioni della CGIL: il rapporto tra legge e contratto, la contrattazione, il superamento della precarietà e infine le norme di settore poiché nel lavoro pubblico esistono tante articolazioni specifiche e territoriali che vanno tenute presenti come i settori della Conoscenza.

Rispetto al nodo centrale del ruolo della contrattazione vi è una stretta ed evidente correlazione fra gli articoli 2, 5, 40 del Decreto Legislativo 165/01 ma stante le modifiche proposte dal testo Madia si delinea un quadro che ancora molto problematico perché le aperture positive che si intende introdurre sulla derogabilità delle norme di legge da parte del CCNL (con l’articolo 2) vengono poi annullate e rese di fatto inefficaci dalla declaratoria delle materie (articoli 5 e 40) per le quali la contrattazione collettiva rimane esclusa o fortemente limitata dalla legge (mobilità, organizzazione degli uffici, salario accessorio, sanzioni disciplinari,…).

Per la CGIL, invece, si ritiene che i processi del lavoro debbono essere accompagnati in ogni loro fase dai processi di contrattazione e che pertanto tutte le materie pertinenti il rapporto di lavoro debbano essere ricondotte a negoziazione senza vincoli normativi. Questa è la via maestra per garantire efficacia ed efficienza ai servizi pubblici. Occorre pertanto che lo schema di decreto in discussione renda esplicito e netto il trasferimento di competenze dalla legge alla contrattazione.

Un altro tema trattato di rilevante importanza è stato quello del lavoro precario, che occorre che sia affrontato con maggior determinazione al fine di risolvere alla radice il problema della precarietà nel pubblico impiego.

Su tutte queste materie la CGIL si è impegnata ad inviare specifiche e puntuali memorie di approfondimento con le proprie proposte di cambiamento.

Per lunedì 10 aprile 2017 è stato fissato un nuovo incontro per discutere delle modifiche da apportare al Decreto Legislativo 150/09 (cd Brunetta).

Pubblichiamo di seguito la nota unitaria di CGIL, CISL e UIL.
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Si è tenuta questa mattina presso l’XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) l’audizione informale di Cgil, Cisl e Uil, prevista nell’ambito dell’esame del dlgs sul Testo Unico del Pubblico Impiego.

“Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil – si legge nella nota unitaria a commento – hanno rappresentato le valutazioni già espresse unitariamente nella prima fase di confronto con il Ministero della Funzione Pubblica. Nel ribadire il riferimento ai contenuti dell’accordo del 30 novembre 2016 – prosegue – ritengono indispensabile che l’iter del decreto renda esplicito, all’atto della conversione in legge, il trasferimento di competenze dalla legge alla contrattazione, superando alcuni limiti attualmente presenti nei testi di cui agli articoli 2, 5 e 40”.

Per Cgil, Cisl e Uil “un nuovo sistema di relazioni sindacali, che vada oltre un mero ruolo consultivo, come sottoscritto nell’intesa del 30 novembre, deve consentire alla contrattazione, sia nazionale che decentrata, di poter intervenire sui processi organizzativi della P.A., ai fini di una maggiore qualità ed efficienza della stessa”.

“Il superamento del precariato – si sottolinea – rappresenta un obiettivo centrale del Testo Unico. Occorrono, per questo, risorse finalizzate e un terreno di confronto sui fabbisogni della P.A., per rendere coerente i processi di stabilizzazione con quelli della riorganizzazione degli enti, modificando le normative previste nel decreto per favorire la soluzione definitiva”.

Nella nota Cgil, Cisl e Uil annunciano che “chiederanno un incontro al Ministero della Funzione Pubblica per presentare le proprie proposte di emendamenti e contemporaneamente chiedere ulteriori modifiche al testo”.

“Al tempo stesso – precisano – si rende necessario che l’iter del decreto possa procedere parallelamente all’avvio dei tavoli di rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego, anche per rendere esplicita la volontà di chiudere la lunga fase di blocco. A questo fine –  conclude la nota – le segreterie confederali hanno sollecitato l’adozione degli indispensabili atti di indirizzo, almeno per le materie che possono già essere oggetto di confronto, in attesa della conversione in legge del decreto”.