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Programma nazionale di riforma e settori della conoscenza: il governo promette un aumento di 10 miliardi nell’arco di quattro anni

Con le risorse europee il governo intende superare il gap di spesa pubblica nel settore dell’istruzione e della ricerca con la media dei Paesi UE. Priorità alla didattica a distanza che diventa una “scelta politica di sistema”. Prevista la prosecuzione del processo di autonomia differenziata.

16/07/2020
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Nelle scorse settimane il Consiglio dei Ministri ha approvato il Programma Nazionale di Riforma (PNR) che costituisce la parte terza del Documento di Economia e Finanza 2020. Il documento contiene, tra l’altro, gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo, le priorità del Paese e le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici complessivi. In precedenza il governo aveva approvato il “Programma di Stabilità dell’Italia” che costituisce la parte prima del DEF.

Il PNR 2020 è particolarmente importante in quando vengono definite anche le linee di indirizzo sull’utilizzo delle ingenti risorse europee nell’ambito del cosiddetto “Recovery Plan” destinate al nostro Paese per la lotta alla devastante crisi economica causata dalla pandemia da coronavirus. Di seguito l’analisi degli interventi più rivelanti previsti nei settori della conoscenza.

Recovery plan e investimenti pubblici

L’obiettivo prioritario individuato dal PNR è l’incremento degli investimenti pubblici anche attraverso l’utilizzo delle ingenti risorse europee, In particolare sommando i fondi nazionali pluriennali (ad esempio: il Fondo per gli investimenti delle Amministrazioni Centrali, 20,8 miliardi dal 2020 al 2034, il Fondo per il Green New Deal, 4,24 miliardi per il periodo 2020-2023, il Fondo per rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale dei Comuni, 4 miliardi dal 2025 al 2034), con le risorse del NGEU ("Next Generation EU", più noto come Recovery fund), nei prossimi quattro anni il governo intende incrementare il livello degli investimenti pubblici di almeno un punto percentuale in rapporto al PIL rispetto al 2019 (quasi 18 miliardi di euro).

Autonomia differenziata

Il Governo intende proseguire il processo di realizzazione dell’autonomia differenziata con l’obiettivo prioritario concernente la definizione dei livelli essenziali nelle materie oggetto di autonomia.

Istruzione e Ricerca

Oltre agli investimenti pubblici, il PNR prevede l’utilizzo delle risorse del NGEU per aumentare le spese per l’istruzione e la ricerca e lo sviluppo (R&S).

Come è noto il livello di istruzione secondaria e terziaria della popolazione italiana è inferiore alla media dell’UE. Ciò è strettamente connesso al fatto che la spesa pubblica per l’istruzione in Italia (4,0 per cento del PIL nel 2018 secondo i dati Eurostat) è inferiore alla media UE-27 (4,6 per cento). Il gap è particolarmente accentuato nella componente dell’istruzione terziaria (0,3 per cento contro 0,8 per cento del PIL).

Anche la spesa complessiva in R&S pubblica e privata del Paese (1,35 per cento del PIL nel 2017) è inferiore alla media UE (2,06 per cento del PIL). La componente pubblica (0,17 per cento del PIL) è solo marginalmente inferiore alla media UE, ma è sensibilmente più bassa che in Germania e Francia (0,41 e 0,28 per cento del PIL, rispettivamente).

L’obiettivo del PNR è quello di incrementare la spesa pubblica per l’istruzione, in special modo terziaria, e per la ricerca in misura tale da chiudere, entro i prossimi quattro anni, il gap di spesa in rapporto al PIL nei confronti della media UE-27 e, anzi, di collocare il nostro Paese al di sopra di quel livello. La maggiore spesa per R&S sarà anche destinata al finanziamento di progetti di ricerca che contestualmente

  • perseguano obiettivi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione 
  • abbiano un rilevante effetto sull’incremento della produttività.

Segnaliamo, però, che nei prossimi anni gli incentivi alle imprese e le detrazioni fiscali per R&S continueranno ad avere un peso preponderante rispetto agli investimenti pubblici diretti comprendendo in questi anche le risorse del Fondo Green New Deal.

TAVOLA II.2: SPESA MEDIA ANNUA PER INVESTIMENTI PUBBLICI E PER GLI INCENTIVI AGLI INVESTIMENTI PRIVATI

2020-2024

2025-2029

2030-2034

Incremento della spesa media annua sul PIL (per cento) (1)

0,62

1,25

1,37

di cui

Fondo Green New Deal

0,06

0,08

0,08

Investimenti pubblici diretti

0,21

0,34

0,34

Incentivi alle imprese

0,22

0,44

0,44

Detrazioni fiscali

0,13

0,39

0,51

Didattica a distanza

Molto significativa le scelte del governo in tema di didattica a distanza. Il PNR afferma che tenuto conto che l’emergenza sanitaria può ciclicamente ripresentarsi, il Governo intende rafforzare la complessa struttura di interventi che ha garantito finora la didattica a distanza, traslando le azioni adottate in emergenza per tutti i gradi scolastici, in una politica di sistema, attraverso i seguenti interventi:

  • “la formazione continua del personale docente in merito ai nuovi mezzi, agli strumenti tecnologici e, soprattutto, all’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla didattica, di cui quella a distanza rappresenta un elemento fondamentale”
  • “la formazione continua del personale ATA, per il potenziamento di tutte le attività didattiche, ma anche amministrative che le singole istituzioni scolastiche sono chiamate ad erogare in forma telematica, e dunque anche a distanza, a vantaggio dell’utenza”
  • il potenziamento della connettività su tutto il territorio nazionale,
  • il potenziamento della dotazione di dispositivi tecnologici all’avanguardia, a disposizione delle singole autonomie scolastiche,
  • l’implementazione di una piattaforma digitale ‘proprietaria’ ministeriale per la didattica digitale
  • l’istituzione di un Fondo finalizzato alla diffusione e all’implementazione dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione in ambito didattico.

Università, Ricerca e Afam

Come detto, il PNR prevede il superamento nell’arco dei prossimi del gap di spesa nell’istruzione terziaria e nel settore R&S tra l’Italia e i Paesi EU-27.

Dopo aver elencato gli ultimi interventi legislativi in tema di precariato e di diritto allo studio il PNR fa particolare riferimento alle Lauree professionalizzanti istituite nel 2018 che prevedono insegnamenti e apprendimenti connessi alle esigenze del mercato del lavoro, che si affiancano ai percorsi degli ITS

È prevista l’istituzione di un’Agenzia Nazionale per la Ricerca con funzioni di coordinamento e monitoraggio delle attività svolte da Università, enti e istituti di ricerca pubblici e privati, con l’obiettivo di incrementare la sinergia, la cooperazione e l’integrazione tra di essi e con le istituzioni e il sistema economico e produttivo, in relazione agli indirizzi e agli obiettivi strategici nazionali della ricerca e dell’innovazione.

Riguardo all’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM), l’obiettivo è quello di traghettarlo definitivamente verso un’organizzazione stabile di livello terziario, al fine di consentirne un radicale rinnovamento nel rispetto della sua prestigiosa storia e peculiarità disciplinare.