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Appello della CGIL e di altre Associazioni: no ad un regionalismo che rischia di frantumare il Paese e di ledere i diritti dei cittadini

Si esca dai limiti della trattativa fra Governo e Regioni e si applichi correttamente l’art. 116 della Costituzione salvaguardando i diritti civili e sociali dei cittadini e l’integrità politica repubblicana.

04/12/2020
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Il processo politico di autonomia differenziata avviato nel 2018 e portato avanti in continuità da ben tre diversi governi rischia la frantumazione della Repubblica e la negazione dei diritti civili e sociali dei cittadini.

Per questo occorre uscire dalle angustie di un dibattito limitato al Governo e alle singole regioni per ridare centralità al Parlamento che deve avere la potestà di definire i limiti entro cui debbano essere attribuiti “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” e assumere le decisioni di merito al fine di “giungere a una corretta lettura dell’art. 116, comma 3, della Costituzione che salvaguardi l’interesse nazionale e l’eguaglianza nei diritti”.

È quanto chiedono, con una lettera-appello Autonomia: associazioni, serve dibattito in Parlamento, non si voti collegato a manovra - CGIL inviata al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio, ai ministri Gualtieri, Boccia e Provenzano, ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, a tutti i deputati e senatori, Rossana Dettori, segretaria nazionale della CGIL, e con lei Giuseppe Benedetto, Presidente Fondazione Einaudi, Francesca Chiavacci, Presidente ARCI, Jacopo Ricci, Presidente di NOStra, Massimo Villone, Presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale.

Il testo dell’appello inoltre saluta positivamente, laddove confermata, la decisione di non accompagnare un disegno di legge quadro come collegato alla legge di bilancio 2021. Era, infatti, questa l’intenzione governativa manifestata ufficialmente dal Ministro per le Autonomie Francesco Boccia in Parlamento il 18 novembre 2020.

In una nota di approfondimento che si accompagna alla lettera-appello si rimarca la necessità non solo di cambiare metodo e approccio su questa delicata materia ma si argomenta di come sia indispensabile rovesciare l’operato dei governi in materia di definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP).

Occorre infatti definire i LEP e da essi far dipendere i fabbisogni finanziari e i costi relativi e non il contrario come è avvenuto finora.

Vai all'appello e alla nota di approfondimento.

In particolare si sottolinea come la cittadinanza può essere piena solo nella misura in cui i diritti fondamentali civili e sociali (istruzione, salute, mobilità, assistenza) siano esercitabili indipendentemente dai confini territoriali dei governi locali.