FLC CGIL
Iscriviti alla FLC CGIL

https://www.flcgil.it/@3818267
Home » Attualità » Politica e società » Anche l'Anci nutre dubbi sulla costituzionalità della Legge delega

Anche l'Anci nutre dubbi sulla costituzionalità della Legge delega

Pubblichiamo questo documento dell’ANCI del quale condividiamo, in buona misura, le questioni poste e le richieste indicate

02/07/2002
Decrease text size Increase  text size

Pubblichiamo questo documento dell’ANCI del quale condividiamo, in buona misura, le questioni poste e le richieste indicate.

Segnaliamo, nella parte finale del documento, il fatto che l’ANCI solleva il tema della incostituzionalità del ricorso alla delega in materia di istruzione alla luce del nuovo testo costituzionale.

I nostri navigatori ricorderanno che tale questione era stata posta per prima dalla Cgil Scuola durante l'incontro con la VII Commissione Istruzione del Senato tenutosi nei mesi scorsi. Non può che farci piacere che l’ANCI assuma una posizione analoga a quella sostenuta dai costituzionalisti ai quali ci siamo rivolti per una disanima del rapporto fra (contro) riforma e art.117 della Costituzione.

Roma, 8 luglio 2002

Urgente la definizione delle risorse da destinare agli Enti Locali per aumentare l’offerta formativa sul territorio

Si è tenuto oggi martedì 2 luglio 2002, in Campidoglio, un convegno nazionale promosso dall’Anci, dall’Uncem e dal Comune di Roma sulle questioni dell’Istruzione. In particolare gli assessori alle politiche educative dei Comuni, i tecnici e tutti gli intervenuti si sono soffermati sull’importanza del rapporto tra Enti Locali e Scuola, fra territorio e formazione, che hanno garantito la crescita civile del Paese, la tenuta del tessuto sociale e del senso civico della popolazione.

Scuola e Comuni – a maggior ragione dopo le modifiche costituzionali - sono i due pilastri della nostra Repubblica, in ogni realtà territoriale. Se l’istruzione, infatti, è individuata dall’art 33 della Costituzione come dovere della Repubblica, ai Comuni spetta il compito di collocare l’istruzione in un sistema più ampio che determini condizioni di sviluppo economico e sociale del territorio.

I Comuni sono impegnati nella valorizzazione e nel sostegno dell’autonomia scolastica recentemente assurta a rango costituzionale, tuttavia:

esprimono tutta la loro preoccupazione, per lo stato di incertezza in cui si chiude l’anno scolastico e chiedono al Parlamento di bloccare qualsiasi colpo di coda centralistico, che dovesse venire dal Miur, per far partire già dal prossimo anno scolastico, la riforma Moratti e con essa l’anticipo scolastico;

chiedono coerenza tra le norme di applicazione del nuovo Titolo V della Costituzione e le recenti norme applicative delle Bassanini, prima tra tutte la 112/98, che entra a regime proprio dall’anno scolastico 2002/2003, per la quale i Comuni non hanno ancora avuto il trasferimento di risorse, previsto dalle norme;

sottolineano la non più rinviabile impostazione di una seria politica finanziaria da parte del Governo per dare piena e completa applicazione dell’articolo 119 della Costituzione. La individuazione di competenze proprie di soggetti locali deve essere accompagnata dalla determinazione di corrispondenti risorse, per evitare che l’aumento di competenze si trasformi in una diminuzione della quantità e della qualità dei servizi erogati ai cittadini o, peggio ancora, un aumento indiscriminato della pressione fiscale locale.

I Comuni si appellano al Parlamento, proprio per la sua centralità e luogo massimo del processo decisionale e legislativo, per evitare l’insorgere di contrapposizioni su queste delicate questioni, che investono direttamente la vita di migliaia di famiglie.

Appare infatti, a parere dell’Anci, di dubbia legittimità costituzionale l’utilizzazione dello strumento della delega in relazione alle norme generali e ai principi fondamentali in materia d’istruzione.

Infatti, se è pur vero che il nuovo art. 117 della Costituzione attribuisce allo Stato la competenza legislativa in materia di norme generali sull’istruzione (comma 2, lettera n) ed in materia di principi fondamentali nell’ambito dei quali dovrà svolgersi la competenza legislativa concorrente delle Regioni (comma 3), risulta altrettanto evidente che con la delega il Parlamento verrebbe a privarsi proprio dei poteri di dettare norme fondamentali e principi generali essendo la delega stessa, per sua definizione, lo strumento attraverso il quale si dettano "principi e criteri direttivi" sulla base dei quali l’esercizio della funzione legislativa viene poi esercitata dal Governo.

Neppure appare certa l’effettiva riconducibilità di tutte le previsioni del disegno di legge delega sull’istruzione entro le categorie di norme entro le quali la potestà legislativa statale deve limitarsi.

Dato questo quadro, i Comuni chiedono con forza che ci sia una decisione chiara di tutto il Parlamento che affermi una certezza dei diritti per i bambini e le famiglie, attraverso un adeguato coinvolgimento dei Comuni. Quella dell’Anci non è una posizione pregiudiziale, ma di merito, in quanto i Comuni non potranno realizzare sul piano organizzativo, qualsiasi forma di anticipo stravolgendo la consueta organizzazione scolastica, che oggi garantisce la fornitura di servizi e la realizzazione del piano dell’offerta formativa elaborato con la scuola.