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Insieme la scuola non crolla: le voci che rompono il "sisma silenzioso"

La testimonianza di Hania che ci racconta le difficoltà ma anche le soddisfazioni di vivere un'esperienza diversa, "quella dei rapporti umani intrecciati con chi resta nella quotidianità del terremoto, adulti e bambini".

25/07/2012
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Vi aggiorniamo sull'andamento del progetto "Insieme la scuola non crolla" che si sta svolgendo a Ferrara attraverso il racconto di Hania, una compagna della FLC CGIL di Ferrara, una maestra che partecipa al progetto perché contatta i possibili volontari, li accoglie, organizza e mette in pratica insieme a loro le attività.
Una testimonianza che tocca aspetti profondi di questa esperienza.

Buona lettura.

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Ormai è l'una di notte, ma ho deciso di scrivere portando il pc portatile a letto perché il silenzio della notte mi lascia il tempo per riflettere.
Penso alla settimana appena finita. È stata la seconda lunga e faticosa settimana di questa nostra avventura.

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Il gruppo delle nuove docenti è arrivato lunedì. Ha partecipato alla formazione e poi si è subito gettato nella fatica dei campi (sia quello gestito dalla protezione civile che accoglie le famiglie senza casa, sia quello gestito dalla cooperativa con i bambini che frequentano i campi estivi).
Nonostante l'incontro iniziale dove il segretario provinciale, io e una docente intervenuta alla prima settimana di campo abbiamo cercato di spiegare alle nuove docenti quale situazione si sarebbero trovate davanti, ci sono state alcune difficoltà.

Il fatto è che agli occhi di coloro che provengono da altre zone dell'Emilia Romagna, noi non sembriamo terremotati. Cerco di spiegare meglio.
Chiunque arrivi a Cento, a Mirabello, a Sant'Agostino, a Vigarano Mainarda, a Poggio Renatico, a San Carlo, a Bondeno o a Ferrara, non vede il terremoto perché non abbiamo la distruzione imponente che si è vista a L'Aquila o in altre zone terremotate del nostro paese. Le nostre case hanno retto alle due scosse del mese di maggio, ma stanno cedendo, e continuano ancora oggi a cedere, al terreno sottostante. Questo si sta praticamente sciogliendo in quel fenomeno che i geologi chiamano liquefazione. Così quelle piccole e insignificanti crepe che ha la tua casa, diventano sempre più importanti giorno dopo giorno; e piano piano la tua abitazione si ritrova a sprofondare pericolosamente fino al punto dell'inagibilità!
Se dovessi definire ciò che sta accadendo nella provincia di Ferrara, lo definirei il “sisma silenzioso”!
Pensare a come ricostruire è difficile perché il terreno sotto le nostre case per 9 metri di profondità risulta essere un miscuglio di sabbia e acqua. Questo è quello che dicono i geologi e neanche loro riescono bene a quantificare quanto tempo servirà ad un terreno in queste condizioni per ritornare “normale” e consentire la ricostruzione.

…attendiamo…

Ecco allora che le nuove colleghe che arrivano, non comprendono subito la situazione in cui si trovano. Non vedono case distrutte e forse…forse pensano che poi non siamo così tanto “terremotati” e che si trovano in un qualsiasi campo estivo gestito da una cooperativa in cui noi andiamo ad aiutare educatori stanchi dal caldo.
Allora, in questo contesto poco compreso nascono piccole discussioni futili forse generate da troppa stanchezza o troppo caldo. E allora, tutte le relazioni costruite nella settimana precedente vengono spazzate via da piccole incomprensioni.

Così, in questo precario contesto, decido di intervenire per spiegare ancora una volta alle nuove arrivate che il terremoto ti mette alla prova sul lungo periodo e noi siamo terremotati dentro…nei nostri pensieri più profondi. Siamo stanchi.
Alle osservazioni delle colleghe che giudicano totalmente inadeguato il luogo scelto per lo svolgimento dei campi estivi e propongono passeggiate verso il centro storico per portare i bambini alla biblioteca pubblica rispondo “delicatamente” che la biblioteca è completamente inagibile perché gran parte del centro storico della piccola cittadina di Cento è zona rossa.
Da queste semplici osservazioni delle persone venute da fuori capisco quanto sia difficile far comprendere a coloro che non hanno vissuto il terremoto…cosa sia veramente il terremoto!
È così: coloro che non l'hanno vissuto direttamente non possono capire di cosa si tratti veramente.
Il rumore…il rumore ti entra dentro. Passano i giorni ma il rumore è lì nella tua testa. Il buio della notte del 20 maggio…il rumore di quella notte… la paura …il cuore che batte forte nella gola … ed è solo allora che il pensiero corre veloce a l'Aquila e lì capisci cosa devono aver vissuto coloro che hanno subito quel terremoto!

Così, la sera stessa del loro arrivo, decido di portarle verso il centro storico di Cento per fargli capire di cosa stiamo parlando.
Si entra nel silenzio della zona rossa. Avanzi lentamente, gli fai notare quelle crepe profonde sui muri…ormai dentro di noi.

E allora tutto cambia anche per loro. Ora toccano con mano quello che fino ad allora avevano visto solo alla televisione. Tutto diventa incredibilmente vero. Esci dal film della TV ed entri nella realtà.

All'incontro finale, quello che conclude tutte le nostre settimane e dove i volontari si salutano, chiedo loro di raccontare tutto ciò che non ha funzionato nella quotidianità del lavoro con i bambini e nei rapporti con gli adulti.
Fanno quasi a gara nel trovare tutti gli aspetti negativi del campo estivo. Poi, finalmente, una voce esce dal coro e propone una riflessione diversa: “Noi arriviamo qui completamente estranee al sisma, e magari fresche di vacanza, e giudichiamo persone e luoghi senza troppo pensare. Pensare che sono davvero in un momento difficile e particolare in cui si sceglie di rimanere a giocare nel caldo torrido del pomeriggio di luglio pur di non stare sotto il tetto confortevole di una delle poche scuola agibili”.
Voce fuori dal gruppo, ma incredibilmente vera. E allora per tutte cambia il punto di vista e cominciano finalmente a raccontare un'esperienza diversa. Quella dei rapporti umani intrecciati con chi resta nella quotidianità del terremoto, adulti e bambini. Alcune se ne vanno con gli occhi velati di pianto, altre non vogliono rinunciare a nessun numero di telefono per ritrovare più in là le persone incontrate in questa settimana speciale, altre ancora ricercano l'ultima foto da riportare a casa per far vedere a tutti come siamo “belle” con le magliette rosse “insieme la scuola non crolla”.

È la verità: insieme la scuola non crolla!

Alla prossima settimana.