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Istituti tecnici superiori (ITS): pubblicato il decreto ministeriale sui criteri di ripartizione delle risorse per il 2019

Semplificazione delle procedure. Si conferma la marginalità del sistema e la quasi totale assenza di luoghi di concertazione con le parti sociali a livello nazionale e regionale

21/06/2019
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Il Ministero dell’Istruzione, Università e della Ricerca ha pubblicato il decreto ministeriale 406 dell’8 maggio 2019 (registrato dalla Corte dei conti all’inizio del mese di giugno) che, in applicazione dei commi della legge di bilancio 2019 (legge 145/18 art. 1 commi 465, 466 e 467) definisce:

  • i criteri di assegnazione dello specifico fondo dedicato agli istituti tecnici superiori
  • l’implementazione, nell’ambito dei piani di territoriali che fanno parte della programmazione dell'offerta formativa regionale, degli indirizzi di programmazione nazionale per la realizzazione dei percorsi formativi finalizzati al rilascio del Diploma di Tecnico Superiore
  • le modalità di realizzazione delle attività di monitoraggio.

Assegnazione delle risorse nazionali

Come è noto la legge di bilancio 2018 (legge 205/17 comma 67) ha incrementato il Fondo per l'istruzione e la formazione tecnica superiore, previsto dall’articolo 1 comma 875 della Legge 296/2006: per il 2018 l’incremento è stato di 10 milioni di euro (Fondo complessivo pari a € 23.355.436,00), per il 2019 l’incremento è di 20 milioni di euro (Fondo complessivo pari a € 33.355.436,00) a decorrere dal 2020 l’incremento sarà di 35 milioni di euro (Fondo complessivo pari a € 48.355.436,00).

La suddetta legge legava le risorse aggiuntive alla definizione di programmi di sviluppo a livello nazionale finalizzati a incrementare l'offerta formativa e, conseguentemente, i soggetti in possesso di competenze abilitanti all'utilizzo degli strumenti avanzati di innovazione tecnologica e organizzativa correlati anche al processo Industria 4.0.

Nel 2018 ciò ha comportato l’aumento esponenziale di provvedimenti di assegnazione delle risorse di competenza del MIUR con serie ripercussioni sia sulla tempistica di acquisizione delle risorse da parte degli ITS sia per l’aggravio di lavoro da un punto di vista amministrativo. Con queste risorse nel 2018 sono stati attivati percorsi nell’ambito di 74 ITS (su 103), per 1.150 studenti.

La legge 145/18 ha previsto procedure semplificate per rendere stabile e tempestivo l’accreditamento delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente finalizzate per il funzionamento degli Istituti Tecnici Superiori. In particolare tutte le risorse sono finalizzate alla realizzazione dei percorsi degli istituti tecnici superiori coerenti con i processi di innovazione tecnologica in atto e inclusi nei piani territoriali regionali. Conseguentemente sono unificate le risorse ordinarie (€ 13.355.436,00 annui) e quelle per i Piani di sviluppo previsti dalla Legge di bilancio 2018.

Premesso che una quota non superiore al 5% delle risorse complessivamente disponibili sul fondo (massimo € 1.667.771,8) è destinata alla realizzazione delle misure nazionali di sistema, i criteri di ripartizione delle risorse al netto delle misure di sistema (non meno di € 31.687.664,2) sono quelli definiti dagli accordi in Conferenza Unificata del 2014 e del 2015.

  • Il 70% delle risorse è ripartito a livello regionale con riferimento al numero degli studenti ammessi al secondo e al terzo anno e al numero degli studenti ammessi all’esame, nell’anno precedente, al netto del numero del valore soglia dei diplomati dei percorsi valutati che hanno avuto un risultato inferiore a 50 punti
  • Il restante 30% è ripartito a titolo di premialità agli ITS in relazione ai corsi conclusi da almeno un anno, con riferimento anche ai risultati delle azioni di monitoraggio e valutazione, espletate con il sostegno e il coordinamento del Tavolo Tecnico nazionale paritetico appositamente costituito.

Resta fermo l'obbligo di cofinanziamento delle Regioni ai piani triennali di attività degli istituti tecnici superiori per almeno il 30 per cento dell'ammontare delle risorse statali assegnate a ciascuna di esse

Le legge 145/18 prevede che il MIUR assegni le risorse alle Regioni entro il 30 settembre di ciascun anno. A tal fine è prevista l’emanazione di un apposito provvedimento del direttore generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione.

Implementazione degli indirizzi di programmazione nazionale

I piani territoriali dell’offerta formativa ITS devono essere coerenti con i seguenti indirizzi di programmazione nazionale in materia di sviluppo economico e rilancio della competitività-in linea con i parametri europei

  1. supportare la filiera formativa degli ITS quale naturale raccordo tra il mondo dell'istruzione e della formazione e il mondo del lavoro al fine di creare profili di alta specializzazione tecnica e di immediata spendibilità nel mercato del lavoro
  2. sostenere la progettazione e la realizzazione dei percorsi degli ITS coerenti con i processi di innovazione tecnologica in atto anche attraverso l'introduzione di metodologie che favoriscano l'acquisizione di competenze abilitanti all'utilizzo di strumenti avanzati
  3. diffondere maggiormente la conoscenza dei percorsi ITS anche attraverso azioni di orientamento rivolte agli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado
  4. favorire l'aumento del numero di iscritti  
  5. garantire più alti standard di formazione anche valorizzando il profilo internazionale
  6. potenziare e innovare l'offerta formativa degli ITS esistenti per rafforzare la funzione degli ITS che hanno la migliore performance
  7. facilitare i processi di aggregazione tra più I.T.S. per la realizzazione di progetti che coinvolgano anche I.T.S. che operano su aree in condizioni di svantaggio di sviluppo.

Monitoraggio

È confermato l’attuale sistema di monitoraggio definito dagli accordi in Conferenza Unificata del 2104 e del 2015.

Il nostro commento

L’unificazione delle risorse e la riduzione del numero davvero impressionante di provvedimenti attualmente necessari per l’assegnazione delle risorse sono indubbiamente gli aspetti positivi di questo decreto applicativo delle della legge di bilancio 2019.

Al contrario di quanto solennemente affermato da autorevoli esponenti del governo sulla necessità di investire massicciamente nella formazione tecnica terziaria non universitaria, le risorse stanziate per gli istituti tecnici superiori (ITS), continuano ad essere assai limitate. Ricordiamo che i continui richiami all’innovazione tecnologica e all’acquisizione di competenze abilitanti si scontrano con il fatto che le risorse aggiuntive sono in realtà principalmente correlate al numero dei diplomati presso gli istituti tecnici e professionali che abbandonano l’università tra il primo e il secondo anno. È chiara l’intenzione di prefigurare gli ITS quali strutture formative che erogano percorsi finalizzati prioritariamente al recupero della dispersione universitaria, dimenticando però che il numero degli abbandoni negli ITS è piuttosto rilevante.

Non è affatto chiaro le modalità di verifica della coerenza tra indirizzi nazionali e i piani territoriali di programmazione formativa anche alla luce del fatto che l’attuale sistema di monitoraggio e valutazione utilizza criteri differenti rispetto a quelli definiti dal decreto. L’implementazione di criteri nazionali può avere un reale impatto solo se accompagnata da luoghi di discussione e condivisione a livello nazionale e territoriale soprattutto con le parti sociali. In assenza di tali luoghi ci si allontanerà sempre più dall’idea di un sistema nazionale di istruzione tecnica superiore, si favoriranno atteggiamenti autoreferenziali delle Regioni, si incentiverà l’utilizzo di questi percorsi da parte delle imprese come strumento per abbassare i costi per la formazione di personale specializzato, si accentuerà l’aumento esponenziale del numero di ITS privi di massa critica sufficiente in termini di iscritti, di risorse finanziarie e di laboratori.

Nessuna novità si registra riguardo al sistema di valutazione che, da un lato, continua ad avere forti elementi di iniquità in quanto non tiene in debito conto delle differenze territoriali, e, dall’altro, non prevede nessuna azione di miglioramento del sistema di istruzione tecnica superiore soprattutto per gli ITS in difficoltà.

In conclusione non è più rinviabile un profondo cambio di rotta nelle scelte politiche di settore, a partire dal pieno coinvolgimento delle parti sociali. In tale contesto la CGIL e la FLC non mancheranno di dare il proprio contributo di idee e proposte.