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FIOM: 11 febbraio, la FLC CGIL condivide gli obiettivi della mobilitazione

Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza a partecipare alla manifestazione nazionale della FIOM CGIL per il lavoro, per la democrazia e per la difesa del contratto nazionale.

02/02/2012
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Nessuna persona deve essere messa di fronte al ricatto, come successo alla Fiat, della rinuncia ai diritti per conservare il lavoro. Vogliamo difendere l'art.18 perché è una norma di civiltà. Non possiamo accettare di condannare i giovani alla disoccupazione e alla precarietà a vita.

Nei settori pubblici il blocco dei contratti nazionali, degli scatti d'anzianità e la limitazione della contrattazione decentrata sono un attacco alle condizioni dei lavoratori a fronte di una gigantesca questione salariale che esplode drammaticamente a fronte dell'aumento dell'inflazione e della pressione fiscale.

La crisi economica e sociale, che sta devastando l'intera Europa, segna il fallimento delle politiche neoliberiste. Non è accettabile riproporre quel modello attraverso ulteriori tagli alla spesa sociale, riduzione dei salari, progressivo indebolimento delle tutele dei lavoratori e la regressione della democrazia. Si scaricano i costi della crisi unicamente sulle nuove generazioni, sui lavoratori e sui pensionati.
Le politiche del Governo Monti non hanno finora avuto sufficienti segnali in direzione dell'equità e ancor meno della crescita. I drammatici dati sulla disoccupazione e sulla precarietà confermano che le politiche di austerità producono solo danni. Gli interventi pesantissimi sulle pensioni sono inaccettabili e spianano la strada alla privatizzazione del sistema pensionistico.

Si deve uscire dalla crisi con un diverso modello di sviluppo che garantisca piena e buona occupazione, piena cittadinanza alle nuove generazioni, la redistribuzione della ricchezza e la sostenibilità economica e ambientale. Bisogna rivendicare la legittimazione democratica di chi è chiamato a operare le scelte come motore di un'altra idea di Europa.
L'investimento in conoscenza pubblica significa favorire un elevato grado di coesione sociale e una idea di sviluppo basato su fattori qualitativi. Non vediamo discontinuità rispetto alle scelte devastanti del Governo Berlusconi sul versante sociale e sui settori della conoscenza pubblica. Per questa ragioni si apre una ulteriore fase di mobilitazione.