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XI Congresso della Confederazione Europea dei Sindacati

Il Congresso conferma la segreteria uscente e approva il piano d’azione per i prossimi quattro anni. Ma la strada del rafforzamento del ruolo del sindacato europeo è ancora tutta da percorrere

28/05/2007
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Settecento delegati e 300 invitati, in rappresentanza di 81 confederazioni sindacali e di 12 federazioni sindacali europee, hanno partecipato all’XI Congresso della CES, tenutosi a Siviglia dal 21 al 25 maggio. All’ordine del giorno il rafforzamento di un sindacato europeo in grado di passare all’offensiva sui temi del lavoro e della costruzione di un’Europa sociale, solidale e sostenibile, attraverso un’azione sindacale e transnazionale più incisiva ed efficace.
Un progetto decisamente ambizioso e indispensabile che, però, nel corso dei quattro giorni di dibattito ha dimostrato quanto il percorso del rafforzamento del ruolo del sindacato europeo sia ancora in salita.

Così sul fronte del dumping salariale e della precarietà, che stanno dilagando in Europa grazie agli indirizzi seguiti dalla Commisione europea - difesi dal presidente Barroso nel suo intervento al primo giorno di congresso - per cui si baratta occupazione in cambio di bassi salari e flessibilità, si sono evidenziate le diverse culture del lavoro e i diversi sistemi di relazioni tra sindacati, imprese e governo, in uno scontro tra chi punta soprattutto sugli strumenti collegati alla flessibilità, come la formazione continua e gli ammortizzatori sociali, e chi ritiene indispensabile anche definire i limiti nell’uso di contratti di lavoro diversi da quelli a tempo indeterminato.

Divergenze importanti si sono registrate anche sulla questione del salario minimo, che soprattutto i sindacati tedeschi vorrebbero far prevalere in Europa, a discapito dei sistemi basati sulla contrattazione, come quello italiano, in cui vale il criterio della diversa professionalità per stabilire parametri e media salariale. L’accordo raggiunto alla fine è stato quello di un sostegno della Ces alle campagne sul salario minimo dei singoli sindacati nazionali che lo richiedono, senza però avviare una campagna generale che incontrerebbe l’opposizione decisa di molte organizzazioni.

Pochi passi in avanti, infine, per quanto riguarda identità e ruolo della CES: la Confederazione, infatti, non esce da questo congresso dotata di un effettivo potere contrattuale su questioni sindacali e sociali, come molte organizzazioni nazionali, tra cui la CGIL , e organizzazioni di categoria chiedono da tempo. In analogia con la fase d’incertezza in cui si trova l’Unione Europea nel suo complesso, anche all’interno della Ces sono prevalse le difficoltà di coordinamento e di ricomposizione.

Diversi i fronti di azioni e di mobilitazioni annunciati dalla CES. Il primo appuntamento è previsto per il 21 e il 22 giugno, a Bruxelles, in occasione del vertice dei capi di stato e di governo dell’Unione europea. La Ces manifesterà per rivendicare l’inserimento effettivo della Carta europea dei diritti fondamentali (la Carta di Nizza) in una prossima versione di Trattato europeo, contro l’eventuale tentativo dei leader europei di abbassare le tutele sociali previste dalla Carta.

Il congresso infine ha riconfermato la segreteria uscente; cambio invece alla presidenza, con la elezione della svedese Wanja Lundby Wedin

Roma, 28 maggio 2007