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Le colpe del federalismo scolastico.

Germania, Ottobre 2004

12/10/2004
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Germania

Ottobre

Le colpe del federalismo scolastico. Quando tre anni fa l’inchiesta PISA collocò i quindicenni tedeschi al 21° posto su 31 paesi OCSE in quanto a capacità di lettura e al 20° in quanto a conoscenze in scienze e matematica, fu uno choc per un paese orgoglioso della sua preparazione scolastica e convinto di essere la quintessenza della buona amministrazione pubblica. Tutti gli osservatori convennero che buona parte dei difetti del modello tedesco stavano nell’eccessiva precocità delle scelte di indirizzo (10 anni) e nella loro rigidità, ma anche nel relativo caos che tale situazione produce soprattutto se moltiplicata per il numero dei länder, sedici, che la amministrano: in una medesima regione convivono fino a cinque possibilità di scuola secondaria inferiore, e poi di seguito,superiore, e per spostarsi attraverso i sedici länder servirebbe uno di quei navigatori satellitari che sono oggi di moda sulle automobili.
La Conferenza dei Ministri dell’Educazione dei vari länder tedeschi (KMK) sembra aver trovato la pietra filosofale per risolvere questi problemi nei cosiddetti “livelli educativi”: una specie di sistema metrico in grado di definire i livelli comuni e tentare di colmarli. I livelli educativi determinano la partecipazione di ogni disciplina alla formazione dell’insieme e sono scomponibili in tre livelli di competenza: capacità di riprodurre, di stabilire relazioni e di generalizzare.
Nel 2002 la KMK ha sondato e elaborato i livelli che si raggiungono nei differenti länder e nel dicembre 2003 ha cominciato ad approvare i livelli per alcune materie: tedesco, matematica, lingua straniera. Da quest’anno tali livelli sono in vigore in tutta la federazione.
Infine nel marzo di quest’anno la KMK ha incaricato l’Università Humboldt di Berlino di creare un nuovi Istituto per lo sviluppo della qualità del sistema educativo, un osservatorio per tenere d’occhio i diversi sistemi regionali.
Il sindacato GEW è molto critico sulla soluzione adottata. Il nodo per il sindacato resta la troppo rigida separazione dei ragazzi a 10 anni.

Pelandroni a peso d’oro o solo stanchi? C’è chi dice che quando si seppero i risultati dell’inchiesta PISA. il cancelliere Schroeder in un momento di sconforto abbia definito i 675.000 docenti, molto spontaneamente, una banda di parassiti. Sicuramente da quel momento sugli insegnanti tedeschi si è riversata una montagna di luoghi comuni.
Si tratta di uno dei corpi docenti meglio pagati al mondo: un maestro guadagna 31.000 euro all’annuo ad inizio carriera e 40.000 a fine carriera, un professore rispettivamente 35.000 e 45.000 euro. E i loro orari annui di lezione sono solo leggermente più alti di quelli francesi o italiani, ma più bassi di quelli olandesi , britannici o americani.
Si tratta però di una categoria molto in crisi, come ha messo in luce una recente inchiesta del settimanale Der Spiegel dal titolo significativo: “Rassegnati, troppo esigenti o semplicemente spaesati?”
E’ sicuramente una categoria più anziana che nel resto d’Europa: il 45% dei maestri elementari supera i 50 anni e fra tutti i lavoratori della scuola il 22,2% ha tra i 50 e i 55 anni, il 15% tra i 55 e i 60 anni e il 6,1% tra i 60 e i 65 anni. Nonostante che la pensione di vecchiaia si abbia a 65 anni sono solo il 9,4% quelli che arrivano a questa età senza pensionarsi, il 54, 3% ricorre all’anticipo per incapacità di lavorare e il 36,2% opta per forma speciali di prepensionamento. La media dei pensionamenti così è a 61 anni.

La scoperta del tempo pieno. Ciò su cui si sta appuntando l’attenzione dei politici tedeschi per fare fronte alla caduta del PISA è il tempo scuola delle scuole primarie e il concetto di scuola dell’infanzia. In Germania le scuole dell’infanzia sono considerate prevalentemente come un prolungamento dell’assistenza familiare, mentre in Italia Francia e Spagna sono considerate scuole a tutti gli effetti.
Il tempo scuola invece è stato in Germania a lungo un tabù: la mezza giornata di apertura è la formula storica, che gode naturalmente del consenso pieno del corpo docente. Secondo il Ministero Federale dell’Educazione e della Ricerca qui sta uno dei punti di scarto tra la Germania e il resto d’Europa. Per questo il Ministero Federale dal maggio 2003 ha messo a punto un programma, finanziato con quattro miliardi di euro da qui al 2007, denominato “Futuro, Educazione, Assistenza”, affinché i länder si industriino a mettere in piedi scuole a tempo pieno e il passato 28 giugno è stata inaugurata la millesima scuola di questo tipo. Una inchiesta ha dimostrato che il 79% dell’opinione pubblica tedesca sarebbe favorevole al tempo pieno, ma le differenze tra un länd e l’altro si avvertono anche in questo campo: in Sassonia e a Berlino il 22% degli alunni sta a scuola tutto il giorno, in Baviera sono solo il 2%.

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