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"L’inglese globale non è sufficiente per il commercio globale": Conferenza a Bruxelles il 21 settembre sulle competenze linguistiche e la concorrenzialità

"Le lingue portano affari", è questa una delle principali conclusioni della grande conferenza che si è tenuta a Bruxelles lo scorso 21 settembre 2007.

25/09/2007
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L’inglese da solo non è un catalizzatore sufficiente per gli affari. È questa una delle principali conclusioni della grande conferenza intitolata "Le lingue portano affari" che si è tenuta a Bruxelles lo scorso 21 settembre. Alla manifestazione partecipano più di 250 rappresentanti di piccole e medie imprese, organizzazioni professionali, camere di commercio, responsabili politici e professionisti del settore linguistico. Insieme, i partecipanti hanno riflettuto sui benefici portati alle imprese dalle competenze linguistiche e dalle abilità interculturali. Anche se l’inglese manterrà il suo ruolo di "lingua franca" nel mondo degli affari, sono le competenze linguistiche aggiuntive, in combinazione con le necessarie abilità interculturali, che possono dare un vantaggio concorrenziale. La conferenza ha anche lanciato un nuovo Business Forum sul multilinguismo, che esaminerà come fare un uso operativo del multilinguismo al fine di massimizzare il rendimento delle imprese.

Nel suo discorso di benvenuto il Commissario europeo responsabile del Multilinguismo, Leonard Orban, ha sottolineato l’importanza dell’evento: "Il nostro è un incontro unico: vi partecipano imprese e lavoratori, specialisti di lingue e accademici, responsabili politici e singoli interessati all’argomento. Si tratta di un’opportunità di aprire un dibattito sulle lingue e sugli affari che tutte le parti interessate aspettavano da tempo, e che dovrebbe portare a un cambiamento di atteggiamenti e dare risultati concreti".

La conferenza è stata indetta in base ai risultati di una ricerca pubblicata quest’anno, la quale mostra che la mancanza di competenze linguistiche fa perdere occasioni di fare affari. Le imprese che hanno un approccio strategico alla comunicazione multilingue possono far crescere le proprie vendite all’esportazione di più del 40% in confronto ai loro concorrenti privi di strategie linguistiche formalizzate.

Lo stesso studio ha anche mostrato che, per quanto l’inglese sia al primo posto come "lingua franca" nel mondo internazionale degli affari, si registra anche una crescente richiesta di altre lingue: un quarto circa delle imprese interpellate ritiene di dover migliorare ancora il proprio inglese, ma una proporzione analoga ritiene di dover aumentare le proprie competenze di tedesco o francese, e anche lo spagnolo e il russo hanno un posto importante nell’elenco delle priorità. Molte imprese, soprattutto quelle grandi, hanno anche sottolineato la necessità di competenze di lingue non europee, come il cinese, l’arabo e l’urdu, dal momento che stanno cercando di espandersi sui mercati extraeuropei.

Secondo un recente studio effettuato nel Regno Unito, il numero delle persone che nel mondo studiano l’inglese arriverà al culmine di circa 2 miliardi nei prossimi 10-15 anni. Contrariamente al luogo comune, questa notizia non è poi così buona per gli anglofoni monolingui: uno studio precedentemente pubblicato dalla CILT e relativo all’impatto delle conoscenze linguistiche sull’economia britannica mostra infatti che le imprese di quel paese hanno lo stesso volume di esportazioni verso la Danimarca, che ha 5 milioni di abitanti, e verso l’America centrale e meridionale, con una popolazione di 390 milioni di persone.

Per dare un seguito alla conferenza si aprirà un nuovo Business Forum sul multilinguismo, presieduto daDavignon. Il Business Forum riunirà un piccolo gruppo di dirigenti aziendali europei che cercheranno di stabilire come le imprese possano fare un uso operativo della gestione linguistica nel quadro degli sforzi volti a massimizzare i propri risultati economici.

Roma, 25 settembre 2007

Tag: bruxelles