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Germania: a Berlino “Non c’è Religione”

Un referendum per introdurre l’insegnamento della religione nelle scuole berlinesi respinge la proposta.

29/04/2009
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Molti giornali italiani hanno riportato nei giorni scorsi la notizia che un referendum per introdurre l’insegnamento di religione nelle scuole berlinesi ha respinto questa proposta.
Infatti la scuola berlinese, che, come tutte le scuole della Germania, dipende dal governo regionale omonimo, non prevede l’insegnamento della religione, bensì quello di etica, una disciplina simile alla nostra educazione civica.
Chi vuole fare religione deve chiederlo appositamente. In questo la scuola berlinese si distingue da quella di altre regioni (laender) che invece contemplano nel curricolo l’insegnamento religioso, anche se svolto, a differenza che da noi, da personale comunque scelto dallo Stato. L’università pubblica tedesca infatti prevede le facoltà di teologia, le quali invece da noi sono riservate all’Università Cattolica o alle altre università dipendenti dall’autorità ecclesiastica, così come da noi la designazione degli insegnanti di religione avviene ad opera dell’autorità vescovile.
A Berlino era comunque sorto un comitato “Pro-reli” allo scopo di introdurre la religione cristiana (in Germania vi sono sia cattolici che protestanti) nell’insegnamento curricolare.
Ma il referendum che quest’ultimo era riuscito a far indire ha visto una partecipazione del 29%, al di sotto del quorum necessario.
Tuttavia anche all’interno di questi elettori la quota dei favorevoli all’insegnamento della religione è risultata minoritaria: 47% contro il 51% di contrari e il 2% di schede bianche. Nella sostanza solo il 13% dei berlinesi si è dimostrato favorevole all’iniziativa. E ciò nonostante che a favore si fosse anche schierata niente poco di meno che Angela Merkel, il capo del governo nazionale.
Quindi Berlino si è dimostrata di fatto una delle città più laiche d’Europa, una laicità che era già emersa quando si trattò di eleggere l’attuale borgomastro, uno dei primi a fare “outing” della propria omosessualità riuscendo poi ad essere eletto con ben il 73% delle preferenze al ballottaggio.
Nonostante Berlino sia stata la città del muro, il simbolo drammatico della divisione tra Est comunista e Ovest capitalista, è oggi anche una delle città più di sinistra d’Europa: l’insieme dei voti ai partiti di sinistra (socialdemocratici, Linke, verdi ecc.) nelle elezioni del 2006 sfiorava i due terzi dell’elettorato berlinese e la città è retta da una giunta SPD-Linke, una giunta che con un vecchio termine si potrebbe definire social-comunista.
E’ una tradizione che data da tempo: persino negli anni trenta ai tempi del trionfo elettorale nazista i voti di Berlino per Hitler erano molto al di sotto della media tedesca.
Uno degli effetti della gestione progressista della città e del laend è da quest’anno il fatto che a Berlino la scuola media quinquennale è unica e unitaria (gesamtschule) per tutti, mentre negli altri laender è ancora divisa in tre o quattro scuole medie “di livello” a cui si accede in base agli esiti della scuola elementare.