A chi la scuola?
Svizzera, Ottobre 2004
Svizzera
Ottobre
A chi la scuola? Il problema dell’armonizzazione dei sistemi scolastici sta preoccupando anche la Svizzera con i suoi 26 stati cantonali e con sistemi scolastici diversi, anche nell’ingegneria istituzionale, ispirata spesso alle diverse tradizioni storico-linguistiche presenti nella Confederazione. Vi sono differenze anche notevoli sull’apertura dell’anno scolastico che nei cantoni di lingua tedesca inizia addirittura tra l’8 e il 15 agosto, mentre il Ticino ha abitudini climatiche più italiane. E per quel che riguarda lo studio della lingua straniera vi sono cantoni che come seconda lingua privilegiano una delle lingue parlate nella Confederazione altri che puntano direttamente sull’inglese. Da anni i direttori dipartimentali cantonali, veri e propri piccoli ministri dell’istruzione elvetica, si riuniscono in un progetto denominato “Harmos” che dovrebbe armonizzare i diversi sistemi e trovare comuni denominatori.
Ma evidentemente vi è chi vuole imprimere una accelerazione al processo ipotizzando di fatto da Chiasso a Basilea un modello scolastico unico, non solo per quanto riguarda il calendario, ma anche per i contenuti didattici, il metro di valutazione, l’insegnamento delle lingue straniere ed altro ancora: il Partito Liberal-Radicale, uno dei più importanti della coalizione di governo, ha annunciato di voler lanciare una iniziativa popolare in tal senso.
La cosa ha però provocato reazioni a livello cantonale. Tradizionalmente e istituzionalmente la scuola è argomento che spetta alla piena autorità cantonale e soprattutto sono i cantoni che ne pagano le spese. Tra i critici vi è anche il Direttore del Dipartimento Educazione Cultura e Sport ticinese Gabriele Gendotti, il quale, pur essendo liberal-radicale, teme che così la scuola passi di fatto o di diritto sotto la esclusiva prerogativa federale, nello stesso momento in cui altre materie che erano prerogativa esclusiva della Confederazione diventano invece materia di legislazione concorrente.
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